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Il Biblionauta - Nucleo contrario - di Cosimo Giannuzzi

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I referendum ci consentono di dire ai nostri governanti quale futuro vogliamo per noi e soprattutto per le future generazioni. Un referendum riguarda l’energia nucleare. E’ noto il disastro nucleare che ha interessato anni fa la centrale russa di Cernobyl ed ora le centrali giapponesi di Fukushima. I favorevoli alle centrali nucleari volevano evitare questo referendum perché temono che venga utilizzato il turbamento come argomento politico. Non lo faremo. Utilizzeremo come argomento quello che consente di interrogarci per capire meglio quali rischi comporta la produzione di energia attraverso il nucleare ma abbiamo l’obbligo morale di tenere bene a mente le immagini e le notizie che ci sono giunte dal Giappone nel recarci a dire il nostro parere. Non dobbiamo far finta che non è successo niente perché quello che è successo in Giappone ha sepolto definitivamente le certezze sull’energia nucleare pulita, sulla sicurezza delle centrali, sui ritardi ritenuti colpevoli dell’Italia per non aver ancora utilizzato questa forma di produzione di energia e via via con lo sciocchezzaio che i nuclearisti (o meglio coloro che vogliono fare affari sulla pelle delle persone) sostengono con tanta leggerezza. Dobbiamo essere coscienti che la radioattività emessa dalle centrali provoca danni gravi alle persone e a tutte le forme di vita, animali e piante. Le radiazioni durano nel tempo e persino gli scarti della produzione (scorie) sono pericolosi per la salute. Le scorie richiedono di essere depositate in aree protette e schermate da pareti in cemento per impedire la fuoriuscita di radiazioni che rimarranno pericolose per migliaia di anni. Un paese come il nostro che incontra grandi difficoltà nella gestione della spazzatura non è credibile che possa gestire depositi di questo materiale. Sarebbe già questo un argomento per chiedere l’abrogazione della legge approvata dall’attuale governo ma il problema è molto più inquietante. Le radiazioni di una centrale nucleare possono provocare contaminazioni del cibo, dell’aria, dell’acqua quando si verifica un guasto. Chi dice che le centrali che verranno costruite saranno più sicure ripetono lo stesso discorso che fecero in occasione del referendum di due decenni fa. Non era vero. Per fortuna non furono creduti dai cittadini. I guasti alle centrali nucleari non sono soltanto quelli provocati dai terremoti e dalle alluvioni, ma anche quelli derivanti dall’usura degli impianti che possono accadere in qualunque momento come accade per qualunque impianto meccanico, anche se considerato perfetto. Non vanno sottovalutati gli errori umani che non sono prevedibili come non è prevedibile una negligenza, una guerra o una azione terroristica. Buttare via migliaia di miliardi nella costruzione, nei depositi di scorie, nella sicurezza, nella durata degli impianti, nell’acquisto del combustibile per un risultato così carico di incognite non è una prospettiva utile per il nostro paese. Si otterranno risultati più sicuri con le fonti rinnovabili, energia solare innanzitutto. I vantaggi riguardano il fatto che sono fonti inesauribili (le centrali nucleari dopo un certo numero di anni devono essere dismesse), non sono inquinanti, sono vantaggiose per la pulizia dell’ambiente, consentono il risparmio nei consumi, la loro costruzione non richiede molto tempo( le centrali necessitano almeno di un decennio). Non parliamo solo del sole che rappresenta una fonte da privilegiare ma anche del vento, le risorse idriche e geotermiche, le biomasse. In questa direzione vanno orientati gli sforzi dei nostri governanti sensibilizzando i cittadini con incentivi per una produzione domestica di energia. Il premio Nobel per la Fisica il prof. Rubbia osserva che “né petrolio né carbone soltanto il sole può darci energia”.
Chi sostiene che già utilizziamo energia prodotta dalle centrali nucleari francesi e svizzere dimentica di dire che quella energia importata potrebbe essere prodotta in Italia a un costo minore incrementando la produzione dell’energia rinnovabile. Un’ultima considerazione riguarda la materia prima necessaria per il funzionamento di una centrale: l’uranio. Nel nostro paese non esistono miniere per estrarre questo metallo utilizzato come combustibile. Bisognerebbe importarlo e non ce lo regalerebbe nessuno anzi costerà sempre più caro perché scarseggia sempre di più. Dalla padella (l’importazione del petrolio) dal quale ci si vorrebbe liberare, alla brace (l’uranio). Il premier giapponese Nato Kan ha chiesto scusa al suo popolo per la politica energetica basata sul nucleare su cui si è costruito lo sviluppo del Giappone impegnandosi a chiudere le centrali nucleari esistenti. L’energia elettrica sarà prodotta incrementando l’energia rinnovabile (solare e eolico). In Italia i nostri governanti vogliono attuare il contrario. La risposta di tutti i cittadini è quella di abrogare la legge sulla costruzione di centrali nucleari in Italia votando SI.
Cosimo Giannuzzi


Postato Venerdi 03 Giugno 2011 - 23:10 (letto 4355 volte)
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