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Con i Cicloamici Lecce il Bosco “li Lei”, la “Lizza dei Briganti”, il Borgo di Acaya

Data: 20/02/2011
Categoria: Appuntamenti delle Associazioni Lecce e provincia
Nuova cicloescursione tra borghi e boschi. Tra le mete una fitta lecceta spontanea residuo della vasta foresta di Lecce che fu abbattuta per favorire la coltivazione dell'olivo
Il nuovo appuntamento dei Cicloamici Lecce con i "Borghi & Boschi", domenica 20 febbraio, avrà come meta il bosco "li Lei", situato nell“agro di Lizzanello. Il bosco, il cui nome deriva dall“omonima masseria adiacente, è una fitta lecceta spontanea, residuo della vasta foresta di Lecce che a partire dal 700 fu abbattuta per favorire la coltivazione dell“olivo. L“antica selva che ricopriva il Salento era talmente rigogliosa che un aneddoto racconta come gli scoiattoli potessero attraversarla tutta, dal Brindisino fino al Capo di Leuca, senza mai scendere dagli alberi e toccare il terreno. Si può immaginare quale patrimonio boschivo si sia irrimediabilmente perso osservando il gigantesco leccio (Quercus ilex) soprannominato "Lizza te lu Motta", il leccio del Motta, dal cognome dell'originario proprietario del fondo agrario. » un autentico "matusalemme verde", eletto monumento nazionale. La quercia è cresciuta isolata dal bosco e sopravvive da più di trecento anni solo perchè posta sul confine di due fondi agricoli, per cui non ha costituito intralcio alle coltivazioni circostanti. E“ un albero magnifico che emoziona per la sua maestosità con il suo tronco di ben 4 m. di circonferenza e la chioma di 22 m. di diametro, con i rami che sfiorano il terreno e formano un“enorme capanna vegetale. In paese è meglio conosciuto come la "Lizza dei Briganti" perchè durante il regno dei Borboni probabilmente offriva rifugio a bande di malviventi. Lasciata la "Lizza", pedalando tra maestosi alberi d'ulivo, giungeremo a Strudà dove potremo ammirare il grandioso Palazzo dei Saraceno per poi dirigerci verso il borgo di Acaya, opera dell'architetto militare Giangiacomo dell'Acaya che fortificò il villaggio già denominato Segine per Conto di Carlo V. Il dell'Acaya progettò e realizzò non solo il castello munito di poderosi bastioni angolari e di un fossato, ma l“intero insediamento urbano secondo quei concetti rinascimentali della "città ideale" che rispetta canoni di razionalità architettonica e sensibilità estetica. Egli riuscì così bene ad esprimere questa utopia urbanistica, che in suo onore il borgo prese il nome attuale di Acaya (1535). Dopo aver visitato Acaya si farà rotta verso la marina leccese di "San Cataldo" per il consueto pranzo al sacco, e verso il tardo pomeriggio faremo ritorno a Lecce in direzione di San Ligorio. Ritrovo: ore 9:45 nei pressi dell“Istituto Tecnico Industriale "E. Fermi", Via Merine Partenza: ore 10:00 in punto; Rientro a Lecce: ore 17:00 ca.; Percorso A/R: km 43 ca.; Difficoltà: media. L“itinerario è lungo e si svolge prevalentemente su strade asfaltate con scarso traffico automobilistico. Bici consigliate: qualsiasi tipo purchè efficiente. Quota di iscrizione: 5 € a fini assicurativi (per i non soci); Dotazioni: accessori antiforatura, caschetto protettivo, luci efficienti, gilet ad alta visibilità, colazione al sacco. (n.b.: a San Cataldo ci sono punti di ristoro aperti anche la domenica). Info & Capogita: Pierluigi Santo, pierluigi.santo@gmail.com) cell. 329-3425253.

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