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Terremoto in Abruzzo: rapporto attività della Caritas

Data: 08/06/2009
Categoria: Altre News
Quindici i milioni già arrivati alla Caritas Italiana dalle donazioni dei primi giorni dopo il sisma e dalla “colletta” del 19 aprile che le diocesi stanno ancora trasferendo.
Sono oltre 15 i milioni di euro già pervenuti alla Caritas italiana per far fronte all“emergenza causata dal terremoto in Abruzzo, che vanno ad aggiungersi ai primi 5 milioni messi a disposizione dalla Cei a pochi giorni dal tragico avvenimento, mentre ancora non si esauriscono le offerte dalla colletta straordinaria indetta dalla Cei per la domenica in albis del 19 aprile. Sono i numeri degli aiuti resi noti dalla Caritas in un rapporto pubblicato a due masi dal sisma che ha devastato la provincia dell“Aquila facendo 308 vittime e danni ingenti in 49 comuni per oltre 130 mila abitanti. Questo primo rapporto, dal titolo "Con la gente", che fa il punto sulla situazione degli interventi e guarda al futuro con nuovi progetti cercando di lasciare un segno tra la popolazione abruzzese e tra quanti provenienti dalle diocesi di tutt“Italia parteciperanno agli interventi di sostegno. Durante la prima emergenza, la Caritas ha distribuito più di una tonnellata di generi alimentari, 14 bancali di acqua, 4 di pannolini, 3 di coperte, 5 di vestiti e 2 di scarpe. Rispondere ai bisogni primari, quindi il primo passo nell“emergenza, con la vocazione propria della Caritas verso le persone più deboli, come gli anziani, gli ammalati, i disabili e i minori, senza dimenticare l“ascolto delle vittime. Ad oggi, secondo gli ultimi dati forniti dalla Protezione civile, le persone sfollate superano le 59 mila unità, alloggiate in tendopoli, 26.519 persone suddivise in 159 aree, altre 23.706 persone in 482 strutture alberghiere, 9.322 persone in più di 2 mila abitazioni messe a disposizione da privati ed infine altre 383 persone in microinsediamenti spontanei di tende, in 10 aree. La zona più colpita è stata l“arcidiocesi dell“Aquila, circa1.500 kmq sui quali sono distribuite 146 parrocchie, area nella quale la Caritas ha predisposto nei giorni successivi al terremoto un censimento generale per l“individuazione dei bisogni delle comunità interessate dal sisma. Il rapporto della Caritas, però, guarda soprattutto al futuro, cioè quando la popolazione che oggi vive nelle tendopoli o nelle strutture alberghiere verrà trasferita nei villaggi abitativi in via di realizzazione dalla Protezione civile nazionale. Tra gli obiettivi, la realizzazione di luoghi permanenti di ascolto e servizi di segretariato sociale, il monitoraggio costante del territorio. Punto fisso per gli interventi futuri, come lo è stato nella prima emergenza, la preferenza per i più deboli e i più poveri. A loro saranno destinati progetti di promozione sociale ed economica nella logica, spiega il rapporto, del "servizio segno". In questa direzione anche gli interventi di promozione di strumenti economici che aiutino le famiglie nel difficile ritorno alla normalità, come lo sviluppo di strumenti economici da realizzare con gli istituti di credito, anche per il semplice acquisto di arredi o mezzi distrutti dal terremoto. Previsti anche progetti di microcredito per le piccole imprese artigianali o agricole. Testata d“angolo dell“intervento della Caritas in Abruzzo, i gemellaggi tra le diocesi di tutt“Italia con i comuni e le frazioni del territorio interessato dal terremoto per interventi a lungo termine. Le delegazioni regionali della Caritas attraverso i gemellaggi potranno assicurare la presenza costante di volontari e operatori sul territorio, ma anche per assicurare il giusto sostegno soprattutto in periodi di breve durata quali l“estate, l“autunno o il Natale, non da meno l“istituzione di programmi di finanziamento economico di alcuni progetti. Particolare attenzione, infine, verrà data alle esperienze di volontariato. Fuori discussione il terremoto tour per i volontari. Per coloro che vorranno intervenire verranno organizzati corsi di formazione per garantire la continuità e l“omogeneità delle attività e dell“intervento. I turni previsti dalla Caritas saranno quindi di almeno due settimane con un numero di presenze per gruppo non superiore alle 10 o 15 unità per turno. Anche in questo caso, l“esperienza del volontariato all“interno dei progetti di gemellaggio sarà pensata nella logica del segno. Le esperienze dei volontari diventeranno, specifica la Caritas, un legame con la comunità da cui partono gli stessi volontari che una volta tornati a casa diverranno testimoni dell“esperienza nella propria comunità.


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