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Dalla "schiavitù" all'inclusione, i tanti volti dell'immigrazione

Data: 28/10/2009
Categoria: Altre News
In Puglia 73.848 stranieri ufficialmente residenti,la provincia di Lecce meta ambita della nuova migrazione. I dati del nuovo Dossier Caritas-Migrantes
Sono 73.848 gli stranieri ufficialmente residenti in Puglia al 31 dicembre 2008 (1,8% dell“intera popolazione). Un dato che segnala un aumento importante rispetto al 2007, pari al 15,6 %, anche se non è paragonabile con tassi decisamente più elevati di altre Regioni italiane. Lo si legge nel Dossier Statistico 2009 di Caritas/Migrantes, che propone anche una riflessione specifica sul fenomeno immigratorio pugliese, che si può definire con "un“immagine costituita da molti strati: alcuni lasciano spazio all“indifferenza, altri allo scontro, altri ancora al dialogo". Da una parte, infatti, si riscontrano atteggiamenti ostili contro gli immigrati, che arrivano perfino alla presenza di vere e proprie situazioni di schiavitù, oppure la decisione di dedicare nella provincia di Foggia mezzi pubblici dedicati agli immigrati per non irritare gli italiani. Dall“altra si riscontra una notevole capacità di risposta, specialmente della regione Puglia, con politiche innovative, come non si vedono in altre regioni italiane, vedi la ferma protesta della giunta regionale che ha minacciato di revocare la convenzione ai medici di base che dovessero segnalare la presenza di stranieri irregolari nei propri ambulatori, negli ospedali e nei pronto soccorso; oppure il progetto degli "alberghi diffusi" per gli stagionali; oppure il progetto Rosa (Rete Occupazione Servizi Assistenziali) per l“emersione del lavoro sommerso nel campo delle attività di cura domiciliare; oppure l“esperienza del comune di Gioia del Colle nel cui territorio sono presenti circa 250 musulmani che ha deciso di riservare un“area del cimitero monumentale all“inumazione dei fedeli musulmani. Ecco cosa dicono i dati storici della presenza immigrata: gli stranieri albanesi sono residenti soprattutto nella provincia di Bari; le persone provenienti dal Nord Africa e dall“Europa dell“Est prevalentemente nella provincia di Foggia; la provincia di Lecce è diventata negli ultimissimi anni la meta più ambita della nuova migrazione. Altri aspetti che si rilevano sono lo stretto rapporto tra l“avvio di attività imprenditoriali da parte di immigrati (per l“85% nel settore commerciale) e la provenienza da paesi come il Marocco, la Cina e il Senegal; la cospicua presenza di donne dell“Europa dell“Est nel settore dell“assistenza familiare, al punto che in alcuni periodi le percentuali di donne giunte dall“Europa orientale hanno raggiunto il 70-80% delle persone straniere provenienti da quei paesi (Moldavia, Russia, Ucraina); l“alta percentuale di minori e visti per ricongiungimenti familiari nella provincia di Bari; nonchè l“elevata percentuale di permessi di soggiorno per motivi di lavoro rilasciati nella provincia di Foggia. Si conferma anche in Puglia, come in molte altre regioni, il binomio "immigrazione/lavoro", con una particolarità che non ci troviamo in presenza di tassi significativi di persone incappate nella rete della criminalità. Sono infatti 71.918, secondo l“Inail, gli occupati stranieri in Puglia: a prevalere sono il settore industriale e quello dell“agricoltura e della pesca, ciascuno con una quota superiore al 27%; in agricoltura risulta rilevante il contributo della provincia di Foggia, con 10.771 lavoratori stranieri (pari al 54,3% di tutti gli occupati stranieri nell“agricoltura pugliese). Importante, come si diceva, è anche il lavoro delle donne immigrate: tra contratti legali e contratti non dichiarati (sono ancora tanti i clandestini) risulterebbe ai ricercatori di Caritas/Migrantes che ben il 52,2% degli occupati effettivi in Puglia sono in realtà donne, impiegate soprattutto nel settore delle collaborazioni domestiche e assistenza familiare.


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