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Non autosufficienza, varata la legge regionale

Data: 04/02/2010
Categoria: News Regione Puglia
Approvata il 4 febbraio dal Consiglio regionale. Consente di raccordare e integrare le politiche per razionalizzare la spesa e potenziare i servizi territoriali e domiciliari
In Puglia, secondo l“Istat, sono 723.876 le persone anziane al 31 dicembre 2007, pari al 19,7% della popolazione totale residente e di queste 340.000, cioè circa il 48%, sono i cosiddetti "grandi anziani", cioè gli anziani ultrasettantacinquenni. Sempre secondo i dati Istat, le persone pugliesi con disabilità (tra i 6 e i 74 anni) sono circa 97.000. Inoltre in Puglia le persone che percepiscono servizi di assistenza continuativa (ADI, RSA, RSSA, riabilitazione) sono solo il 3,5 % degli anziani residenti contro il 7,9% del valore medio nazionale. Sono i dati da cui ha preso le mosse la legge per l“"Istituzione del fondo regionale per il sostegno delle persone non autosufficienti e i loro nuclei familiari" approvata oggi in Consiglio regionale. La norma che si compone di 11 articoli, consente di consolidare le politiche regionali per le non autosufficienze, di rafforzare la rete delle prestazioni sociali domiciliari, sanitarie e integrate, migliorare l“appropriatezza nel ricorso alle prestazioni residenziali e semiresidenziali, nonchè alle prestazioni ospedaliere. La legge permette anche di mettere a sistema sul piano organizzativo, finanziario e gestionale, tutti gli interventi assicurati alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie negli ultimi anni. Tra questi, la creazione di punti per l“accesso unico integrato al sistema, con responsabilità condivise tra Comuni e Asl, la modalità di presa in carico delle persone non autosufficienti per la definizione di progetti di assistenza individualizzati, l“individuazione dei servizi e delle prestazioni che concorrono alla costruzione di percorsi assistenziali, l“introduzione di luoghi e strumenti per il monitoraggio e la valutazione delle politiche per le non autosufficienze. Elemento fondamentale della legge, la razionalizzazione della spesa per il conseguimento di risparmi e il successivo reinvestimento degli stessi nelle prestazioni di assistenza sanitaria e sociosanitaria territoriali. La legge, che non ha una dotazione finanziaria propria, gode di una confluenza di fondi: dalle risorse del fondo nazionale per la non autosufficienza, alle risorse del fondo regionale per gli assegni di cura, da una parte delle risorse del fondo sanitario regionale destinate ai servizi sociosanitari per le persone non autosufficienti, dalle risorse del fondo nazionale e del fondo globale socio assistenziale regionale destinate alla non autosufficienza, oltre che da eventuali altre risorse come, ad esempio, le quote premiali sull“ADI. Insomma la legge interviene per completare un quadro normativo che si era andato delineando negli ultimi anni con un pool di strumenti in favore delle persone non autosufficienti, primi fra tutti il piano triennale (2008-2010) per le non autosufficienze, gli assegni di cura, gli assegni di cura per persone affette di Sla, gli assegni per l“assistenza indiretta personalizzata. Alla legge, dunque, il merito di mettere chiarezza rispetto all“attribuzione di competenze fra gli enti e di avviare, anche attraverso la pratica normativa, le modalità più congrue per un“effettiva integrazione sociosanitaria sul territorio pugliese. "L“offerta di servizi, sia di carattere domiciliare sia di carattere residenziale sociosanitario, è fortemente carente su tutto il territorio regionale spiega l“assessore regionale alla solidarietà sociale Elena Gentile. Da qui la necessità di concertare le risorse per accrescere l“offerta di prestazioni sociosanitarie a carattere domiciliare, semiresidenziale e residenziale, ma anche di accrescere il grado di appropriatezza delle prestazioni per le persone non autosufficienti, che attualmente drena una quota significativa di risorse verso l“assistenza ospedaliera".


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