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“Laureati” trenta disability manager

Data: 24/05/2010
Categoria: Altre News
La nuova figura professionale si occupa per i comuni di accessibilità urbana, tutela dei diritti, problematiche bioetiche. Nel gruppo di nuovi manager anche due pugliesi
Si chiama "Disability manager" ed è la nuova figura prevista nel campo delle pari opportunità di cui presto si doteranno i comuni italiani per rendere accessibile la città alle persone disabili, per rendere fruibili i trasporti, gli edifici, le iniziative culturali. A creare questa nuova figura professionale ci hanno pensato il Centro di Ateneo di Bioetica dell“Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, diretto da Adriano Pessina e la città di Parma. Proprio pochi giorni fa, il 21 maggio scorso, si è concluso il corso di perfezionamento dell'università di Milano rivolto alla creazione della figura professionale. I contenuti del corso sono stati definiti dal Centro di Ateneo di Bioetica insieme con la Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico "C. Besta" di Milano e con il tavolo tecnico istituito tra comune di Parma e Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali sul tema della disabilità; particolare attenzione è stata dedicata alla programmazione e all'organizzazione del sistema integrato di interventi e servizi socio-sanitari (Istituzioni e Terzo Settore), individuando nella Classificazione Icf (International Classification of Functioning, Disability and Health) dell'Oms e nel modello biopsicosociale centrato sulla persona, la base teorica e concettuale del lavoro del disability manager. Il Disability Manager, previsto già nel Libro bianco delle politiche di welfare, è una figura professionale complessa, a 360 gradi: deve conoscere le dinamiche culturali in atto e le problematiche bioetiche, può intervenire, sulla base di una chiara concezione della persona e dei suoi diritti inalienabili, assicurando un servizio multidisciplinare centrato sulla persona e sulle sue esigenze piuttosto che soltanto sull'organizzazione e i bisogni del sistema stesso. La figura del disability manager va di pari passo alla creazione dell'Osservatorio nazionale sulla disabilità e gli sviluppi successivi sono ancora tutti da prevedersi. Per ora infatti, la decisione di assumere un disability manager è esclusivamente discrezionale ma c'è già chi sostiene che sia in atto una revisione del testo unico con l'obbligatorietà della figura professionale per i comuni che superano i 50 mila abitanti. Tra i primi trenta manager della disabilità anche due pugliesi, Nicola Marzano dell'Osservatorio regionale del volontariato e Domenico Lagreca, funzionario del dipartimento di prevenzione della Asl di Bari. "Il disability management spiega Nicola Marzano - è una competenza che ha un particolare significato per coloro che lavorano all“interno dei Comuni che sempre più devono saper affrontare e gestire i temi legati ad un aumento delle persone con disabilità nelle nostre città. Il disability manager, partendo dalle offerte disponibili sul territorio, si propone infatti di superare i confini tra i servizi, di valorizzare le singole professionalità che già operano nelle realtà comunali, per favorire l“accessibilità (urbanistica e non solo), il coordinamento socio-sanitario, l“assistenza alla famiglia,l“integrazione scolastica, l“inclusione lavorativa, il turismo, ecc.". Ma quella del manager della disabilità è davvero una figura a tutto tondo che include anche competenze "politiche". "È in grado precisa ancora Marzano - di fornire strumenti culturali affinchè si realizzi una visione unitaria e coordinata delle competenze necessarie per migliorare la qualità e l“efficacia delle politiche, così da garantire la partecipazione di tutte le persone, con o senza disabilità".


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