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Le fondazioni bancarie puntano sul microcredito

Data: 27/08/2010
Categoria: Altre News
Si diffonde il sistema di piccoli prestiti, non assistiti da garanzie patrimoniali ma da relazioni di fiducia
Già protagoniste di una quantità di progetti e iniziative sociali fondamentali per la coesione sociale, le fondazioni stanno concentrando sforzi e risorse sul microcredito. Quel sistema di piccoli prestiti, non assistiti da garanzie patrimoniali ma da relazioni di fiducia, che consentono ai soggetti a rischio di esclusione sociale (soprattutto immigrati, donne, giovani, disoccupati, i cosiddetti "non bancabili") di fronteggiare emergenze e periodi di difficoltà, anche avviando micro-attività imprenditoriali. A cominciare da Fondazione Cariplo, che ha appena varato un fondo d'investimento dedicato al microcredito, sono molte le fondazioni che guardano con interesse a questo strumento. La stessa Acri (Associazione fondazioni e casse di risparmio) ha da poco istituito una speciale Commissione per il microcredito. L'incremento di attenzione sul microcredito è dovuto anche al fatto che esso ha dimostrato di funzionare egregiamente non solo nei Paesi in via di sviluppo, come il Bangladesh del "profeta" Muhammad Yunus, fondatore della Grameen Bank (che entro fine anno potrebbe sbarcare in Italia), ma anche in Paesi ad economia avanzata come il nostro. A dirlo sono i dati: secondo l'ultima ricerca di Ritmi (Rete Italiana microfinanza) e Fondazione Giordano Dell'Amore, negli ultimi due anni il numero di microcrediti erogati è quintuplicato. Ed è significativo il fatto che, insieme agli operatori specializzati, non sono state poche le diocesi e le amministrazioni locali, un po' in tutt'Italia, che sono ricorse al microcredito per tamponare le falle aperte dalla crisi e dare un'occasione soprattutto a chi ha perso il lavoro. I segnali che il momento per il microcredito sia particolarmente caldo non mancano. A fine luglio, ad esempio, è stata siglata un'intesa tra Unioncamere e il Comitato nazionale permanente per il microcredito finalizzata alla creazione di un fondo di garanzia da, inizialmente, 10 milioni di euro per sostenere l'avvio di microimprese che possano creare occupazione fra quelle fasce sociali più a rischio di emarginazione. Nella revisione in corso del Testo unico bancario, inoltre, è previsto per la prima volta un inquadramento formale per gli operatori specializzati nell'attività del microcredito, che è stata appena regolamentata con il recepimento della direttiva Ue sul credito al consumo istituendo un albo ad hoc per i soggetti non profit autorizzati. Gettando lo sguardo al panorama internazionale, poi, è di pochi giorni fa la quotazione alla Borsa di Bombay di Sks Microfinance, la più grande società del settore in India: un evento che, pur suscitando qualche perplessità fra gli addetti ai lavori, Yunus compreso, la dice lunga su quanto siano rosee le previsioni di crescita per il microcredito.


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