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Bullismo, la Puglia trasforma le sanzioni in attività di volontariato

Data: 13/10/2010
Categoria: News Regione Puglia
Parte il progetto di regione, Csv pugliesi e Ufficio scolastico regionale. Una vera e propria rivoluzione che coinvolge 30 scuole e 40 associazioni
Si chiama "Il volontariato per la legalità e la cittadinanza sociale nelle scuole di Puglia", il progetto che, già approvato dalla Giunta regionale pugliese lo scorso anno, si pone l“obiettivo di contrastare e contenere il fenomeno del bullismo, riutilizzando il tempo dei ragazzi a cui è stata comminata una sanzione proprio a causa di comportamenti associati al fenomeno del bullismo. A curarlo, la regione Puglia - assessorato al Welfare l“Ufficio scolastico regionale e Csv Puglia Net (il coordinamento regionale dei Centri di Servizio), grazie a un accordo siglato all“inizio del 2010. Il progetto riguarda 30 scuole in tutta la regione e 40 associazioni di volontariato e si svolgerà grazie allo stanziamento regionale. Un programma che segna la differenza rispetto alle misure correttive messe in atto dalla scuola negli ultimi anni e che va nella direzione del coinvolgimento responsabile dei ragazzi e delle istituzioni. Punto di forza, proprio la sinergia tra più enti istituzionali e non, con la finalità di riutilizzare il tempo dei ragazzi a cui è stata comminata una sanzione per motivi di bullismo per finalità sociali, affiancando le associazioni di volontariato nelle loro attività ordinarie, investendo il tempo nel potenziamento dell“intelligenza emotiva e relazionale dei ragazzi. Come funziona? Un“Unità di valutazione costituita ad hoc per i casi di bullismo a livello provinciale, esamina il caso, stabilisce la tipologia di intervento commisurata al comportamento sanzionabile e individua l“associazione di volontariato presso cui dovrà esercitare l“azione "riparatrice". A questo punto il ragazzo è pronto a svolgere la sua attività di volontariato non prima, però, di aver sottoscritto un patto etico. Il patto tra studente "sospeso" e organizzazione di volontariato ha la finalità di evitare che l“allontanamento temporaneo dalla scuola si trasformi in una scelta definitiva e di promuovere il contatto con esperienze di vita alternative alla scelta di violenza, aggressività o prevaricazione, con l“obiettivo ulteriore di prevenire fenomeni di dispersione scolastica che spesso seguono alle sanzioni disciplinari. Così, ai consueti giorni di sospensione corrispondono mesi di attività volontaria presso organizzazioni che si occupano di soggetti fragili o che tutelano l“ambiente, il patrimonio o che promuovono cultura e benessere sul territorio. Una tabella allegata al progetto spiega nel dettaglio: ad un giorno di sospensione corrisponde un mese di attività volontaria, tre giorni equivalgono a tre mesi e 15 giorni di sospensione corrispondono a sei mesi. "L“idea spiega Vendola è quella di vedere il bullismo come la spia di un“emergenza, senza però ricorrere a forme di repressione. Allontanare i soggetti a rischio dal contesto scolastico, spesso non serve ed è anche nocivo ed in fondo è proprio quello che spesso i cosiddetti bulli vogliono. Con il progetto, piuttosto che mettere in libertà dalla scuola per qualche giorno il protagonista in negativo di episodi di bullismo, lo invitiamo, con un patto etico tra studente, scuola e associazione di volontariato, a trascorrere del tempo con associazioni di volontariato. Se qualcuno ha infastidito, poniamo, un disabile, andrà in un“associazione che si occupa di disabili, al di fuori dell“orario scolastico, in modo da rendersi conto di cosa accade lì". "L'iniziativa della regione Puglia, che è nata in una stretta collaborazione con la scuola e con il volontariato pugliese- dice Luigi Russo presidente di Csv Puglia Net - intende mettere un punto fermo nella gestione delle sempre più numerose situazioni di violenza e di bullismo presenti nella scuola. Occorre educare, non punire, cioè fornire le competenze relazionali indispensabili alla vita di comunità. Occorre mettere i ragazzi che sbagliano, per un gioco idiota, per leggerezza o perchè non hanno ancora costruito la dimensione relazionale, nelle condizioni di riparare ai loro errori convincendoli del valore del prendersi cura degli altri, del patrimonio comune. È educazione relazionale allo stato puro. Punire aggiunge solo violenza alla violenza".


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