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Disarmo, giustizia e democrazia per il Mediterraneo

Data: 23/02/2011
Categoria: Altre News
Pax Christi interviene sulla questione dei rapporti con la Libia: “è necessario bloccare il mercato delle armi e rispettare i diritti umani”, e mettere fine all'“imbarazzata complicità con la Libia
Il 2 settembre scorso Pax Christi ha espresso "disgusto per lo spettacolo indecoroso in onore di Gheddafi preparato dal capo del governo che ha ostentatamente baciato la mano al dittatore trascurando completamente ogni accenno alla violazione dei diritti umani, alla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, a chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Ora la repressione delle rivolte è spietata. Gruppi armati sparano sulla folla che viene anche bombardata". Per Pax Christi è necessario svelare però le questioni che legano l'Italia alla Libia ricordando "che l“Italia è il primo esportatore europeo di armamenti al regime di Gheddafi. Nel biennio 2008-2009 il governo italiano ha autorizzato alle proprie ditte l“invio di armamenti per oltre 205 milioni di euro, più di un terzo di tutte le autorizzazioni rilasciate dall“UE. A differenza dei colleghi europei, il ministro degli Esteri si è guardato bene dal dichiarare anche solo la sospensione temporanea dei rifornimenti di armi a Gheddafi. L“Italia, complice di tanti affari e orrori, imbarazzata, balbetta". Nè si può sostenere che da varie parti, fosse sopraggiunta la richiesta di sospendere ogni forma "di cooperazione militare con tutti i paesi dell“area. Ma la vita dei libici vale più del petrolio, del gas e di ogni altro interesse". Per Pax Christi non si può più temporeggiare: "E“ urgente rivedere il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia firmato a Bengasi nell“agosto del 2008 da Berlusconi e Gheddafi con cui le esportazioni di armamenti italiani verso le coste libiche hanno preso slancio. Disarmo, giustizia e democrazia sono la premessa perchè il nord Africa e il Mediterraneo diventino, secondo il sogno di La Pira, un "grande nuovo lago di Tiberiade". Non il bagno di sangue che siamo costretti a guardare di fronte a casa".


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