Respingere le persone immigrate è fuori legge
Data:
12/04/2011Categoria: Altre News
Secondo il centro italiano per i rifugiati l'allontamento di massa non considera i casi singoli. Per "Popoli e culture" non si considera la persona immigrata come portatore di diritti umani
I respingimenti di massa sono fuori legge. A denunciarlo è Christopher Hen, direttore del centro italiano per i rifugiati (Cir), pronunciandosi sulla politica effettuata dal governo italiano in merito agli sbarchi di persone immigrate degli ultimi tempi.
Il respingimento, infatti, è illegittimo sia in merito al regolamento di attuazione del Testo unico sull'immigrazione del 1998 che per la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (Cedu). Ogni straniero, infatti, è un caso a sè e con la pratica dei respingimenti non è possibile fare distinzioni tra migranti economici e rifugiati. In ogni caso, secondo lo stesso Hein l'atto di respingimento deve essere comunicato allo straniero mediante consegna nelle sue mani o attraverso la notificazione del provvedimento scritto e motivato e indicando la possibilità di ricorso. L'allontanamento di massa, invece, non consente una valutazione dei singoli casi, con il rischio di respingere anche i richiedenti asilo.
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Il respingimento commenta Mariagiovanna Mayo presidentessa dell'associazione salentina "Popoli e culture" non considera l'immigrato come un portatore di diritti umani. Le attuali politiche sull'immigrazione in Italia, inoltre, sono tutte contro i ragionevoli principi della legalità e anche se il diritto internazionale non è coercitivo continua la Mayo ci da comunque delle indicazioni ben preciseª.
Pratiche e politiche che spesso dimenticano di considerare le reali condizioni di provenienza di chi decide di salire su un barcone diretto in Europa.
´Al di là dei respingimenti apostrofa la presidentessa salentina
spesso non si considerano le cause di questo esodo, di cui noi siamo corresponsabili attraverso la vendita di armi in quei paesi, il furto di risorse e materie prime che l'Occidente porta avanti da decenni in Africa e l'incoraggiamento alla guerra. Almeno alla luce di questa connivenza conclude Mayo bisognerebbe come minimo avere il pudore di rispettare la formalità dettata dal dirittoª.
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