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Le conseguenze del cemento

Data: 23/05/2011
Categoria: Un libro a settimana
Perchè l“onda grigia cancella l“Italia? Protagonisti, trama e colpi di scena di un copione insostenibile in un libro-inchiesta che prende le sembianze di un film
"Il lungometraggio che abbiamo girato attraversa tutto il Paese. Vi porterà a conoscere qualcosa di quella 'filiera grigia' che parte dalle cave di ghiaia e di argilla, passa per i 90 impianti italiani in cui si produce cemento e finisce spalmato in decine di cantieri di piccole e grandi opere". Seguendo le orme della cementificazione in Italia, il libro-inchiesta di Luca Martinelli prende le sembianze di un film, dove gli enti locali, i cavatori, i cementari, gli immobiliaristi e i loro complici sono gli attori protagonisti. La regia è affidata alle banche, che sostengono finanziariamente i progetti dei costruttori, vedendoli non come grandi prestiti, ma come investimenti: fanno ciò, ovviamente, coi soldi dei correntisti. Il mattone infatti "tira sempre" si legge nel libro - anche quando gli appartamenti restano invenduti e gli uffici vuoti (a fine 2010 si calcolano 120 mila appartamenti nuovi e invenduti). Per garantirsi l“accesso al credito gli imprenditori devono solo dimostrare la consistenza del proprio patrimonio, non mancano, però, esempi di imprese aiutate da perizie gonfiate e quotazioni in Borsa. Gli ingredienti alla base del cemento - calcare, argilla, sabbia e ghiaia - sono prodotti di cava. In Italia sono 10 le Regioni che non hanno il Prae (Piano regionale delle attività estrattive). Ma se il piano cave manca o è scaduto vi è un“enorme discrezionalità per chi deve autorizzare le nuove aperture. E così troppo spesso i cavatori aprono gigantesche voragini nelle montagne, danneggiando il paesaggio e la salute dei cittadini. Una volta dismesse, infatti, le cave vengono riempite di spazzatura. Eppure si potrebbero utilizzare, per costruire, i rifiuti da demolizione, ma "in Italia solo una piccola percentuale di rifiuti inerti viene riutilizzato - scrive Martinelli -, a differenza di quanto avviene nei Paesi Bassi"; mentre il 90% di essi finisce in discarica o in un inceneritore. Il testo riporta numerosi esempi, sia nel Nord sia nel Sud d“Italia, di scempi ambientali, di reati commessi col beneplacito degli enti locali, favorevoli all“industria del cemento poichè con gli oneri di urbanizzazione possono finanziarsi le opere pubbliche. » il caso della Campania, descritta come il paradiso dei cavatori, dove l“attività di cava s“incrocia con quella dello smaltimento illegale dei rifiuti; per non parlare della Calabria, dove il conto delle cave neppure esiste. Non mancano soluzioni ingegnose, narra Martinelli, pur di far profitto con le estrazioni: è il caso dei molti laghetti artificiali che nascondono le cave. Ma dove va a finire tutto questo cemento, con la crisi dell“edilizia residenziale? Le soluzioni anche qui non mancano: basta vedere il proliferare negli ultimi anni di nuovi centri commerciali, porti, stadi, cinema, campi da golf, abbinati spesso a strutture resort. Il tutto, ovviamente, a scapito dell“ambiente e del consumo di suolo.


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