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L'acqua in Puglia è (solo) un po' più pubblica

Data: 15/06/2011
Categoria: News Regione Puglia
Il Consiglio regionale ha approvato la trasformazione dell'Aqp in ente pubblico ma il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” ritiene ancora insufficiente la legge approvata e rifiuta ogni strumentalizzazione politica sulla propria posizione
Riecheggia ancora la vittoria del "si all'acqua pubblica" del referendum del 12 e 13 giugno scorso quando arriva la notizia della ripubblicizzazione dell'acquedotto pugliese. Il Governo regionale, infatti, ha approvato la sua trasformazione da società per azioni (la maggioranza finora è della Regione Puglia per l'87% e il restante 13 è della Basilicata) a ente pubblico. La legge approvata prevede l'affidamento del servizio a un'azienda pubblica regionale che ha l'obbligo di reinvestire l'80% degli avanzi netti nella gestione di attività migliorative dello stesso servizio. La polemica politica sulla questione ha investito anche il ruolo delle associazioni, che non ci stanno a vedere strumentalizzata la loro posizione sulla questione acqua pubblica. In una nota, infatti, il Comitato pugliese "Acqua Bene Comune" Forum italiano dei movimenti per l“acqua ha voluto ripercorrere l'iter normativo della legge approvata e ribadire la propria posizione. Il testo portato in aula, infatti, non è quello scaturito dal tavolo tecnico congiunto tra Governo Regionale e Comitato Pugliese Forum Italiano dei Movimenti per l“Acqua ma nel corso della discussione sono stati approvati ulteriori emendamenti. Sospendendo per ora le le valutazioni di merito del provvedimento, il comitato ha voluto precisare alcuni punti: - l“articolo che faceva riferimento alla possibilità di gestire attraverso società miste le "attività strettamente connesse" alla gestione del SII è stato emendato. La nuova formulazione non fa più riferimento alle "attività strettamente connesse" (come appreso in sede di Consiglio) bensì alle attività "diverse dal servizio idrico integrato ma da esso rivenienti". Questo significherebbe che il ricorso eventuale a società di capitale non dovrebbe riguardare le attività di potabilizzazione, depurazione e distribuzione idrica; - l“erogazione gratuita del minimo vitale resta legata esclusivamente all“"avanzo netto annuale di gestione", rimanendo così una una mera dichiarazione di principio; - l“articolo che faceva riferimento all“amministratore unico nominato e revocato dal Presidente della Regione sentita la Giunta è rimasto invariato nonostante la proposta di un ulteriore emendamento che stabilisse la scelta, almeno del direttore generale, attraverso concorso pubblico. Questa proposta, quindi, non ha trovato accoglimento nell“articolato della norma, lasciando ancora una volta la scelta in capo esclusivamente al Presidente della Regione e, quindi, a una forte influenza di carattere politico-partitico. Secondo il Comitato Pugliese Forum Italiano dei Movimenti per l“Acqua è necessario sottolineare che non si potrà parlare di Acquedotto pugliese pubblico fin quando rimarrà una società per azioni non in grado, fra l“altro, di garantire l“erogazione gratuita del minimo vitale e, quindi, il diritto all“accesso all“acqua potabile.


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