Palestina. Una nazione occupata
Data:
29/08/2011Categoria: Un libro a settimana
L'Intifada raccontata a fumetti da Joe Sacco, giornalista maltese armato di matita
La Palestina e la sua lotta eterna, presenti tutti giorni su giornali, costantemente scritte nei libri, ma mai mi era capitato di ritrovarmi tra le mani un fumetto, come una finestra aperta sulle sue vie più strette, sui suoi mercatini. Palestina, è il libro a fumetti di Joe Sacco, un giornalista maltese in grado di riportare con il disegno quello che lui stesso ha visto e sentito nelle strade di quella terra di guerra.
Un modo per sdrammatizzare un contesto tristissimo?
Affatto, Palestina è un quadro, con i volti tristi, con le ferite di guerra, con i bambini in ospedale, con il sangue nelle strade e la gente che non ha mai vissuto la pace.
Non serve il colore, non serve l“audio, ogni cosa si vede e si sente in quelle immagini in bianco e nero che prendono corpo, mentre sembra di avere un compagno di viaggio che ci accompagna e ci indica cosa vedere.
Leggerlo è come camminare con Joe, attraverso le stradine della Palestina, fermarsi a bere un thè con qualcuno e farsi raccontare il suo dolore, farsi truffare da ragazzini, avere paura di morire.
Leggerlo è come vedere, toccare le pietre, incontrare i soldati, è come avere una telecamera tra le mani, con quel tanto di fantasia che basta per trasformare i corpi in poche linee.
Tutto è rappresentato, anche lo stesso autore che come un cameo compare nelle storie, con la sua faccia resa più buffa ed imbruttita dal disegno.
Un“ idea originale, quella di questo reporter che ha scelto di abbandonare il giornalismo tradizionale, e con una matita ha deciso di presentarci mondi afflitti da guerre.
Quella raccontata da Sacco, è la prima Intifada contro l“occupazione della Palestina, vissuta personalmente dal giornalista che ha trascorso alcuni mesi tra le baracche palestinesi e gli orrori della rivolta.
Anche se da bravo giornalista, lui prende appunti e fotografa cercando di mantenere il giusto distacco, quando la sua matita trasforma le immagini in disegni, il suo animo turbato viene fuori, vengono fuori i campi profughi palestinesi, i racconti terrificanti dei ragazzini e quel gesto del lancio delle pietre, che non finisce mai, neppure quando si sente il tonfo della pietra caduta sulla terra.
A distanza di tanti anni, la rivolta non è ancora finita, seppure spezzata dai periodi di tregua, accendendo la televisione vediamo ancora scene di violenza.
L“Intifada non è finita.
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