Attacco nel silenzio
Data:
30/08/2011Categoria: Altre News
Quasi inosservato passa il tentativo del Governo di ignorare la volontà espressa dai cittadini italiani in occasione del referendum di giugno sulla privatizzazione dei beni comuni
Mentre l'estate fa sonnecchiare, una parte degli italiani non dorme affatto, anzi, più che in altre stagioni si altera. Ebbene si, dopo il risvolto primaverile del referendum, il comitato non ha potuto sicuramente godersi il meritato riposo, uno squalo in agguato non ha dato il tempo nemmeno per un tuffo veloce e con una mossa inaspettata ha inferto il suo attacco. Per adesso la ferita non si può considerare letale, si spera ancora in una guarigione, o in un miracolo.
E sperando in un miracolo, il comitato referendario si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, santo protettore della democrazia in Italia. Il Decreto Legge n.138 del 13 agosto, contiene, oltre alle tante manovre contro la dignità umana, anche delle sottili, ma non troppo, retrocessioni rispetto al referendum di giugno.
Nel decreto infatti, sotto il Titolo II, agli articoli 4 e 5 non solo si ripresenta il vecchio Decreto Ronchi, ma si cerca anche di convincere gli enti locali a lasciare i propri servizi nel libero mercato.
´Sconvolge notare come tutto l'arco costituzionale non stia esprimendo una chiara volontà contraria alla privatizzazione. Quest'azione va contro l'elettorato di sinistra e di destra, in modo trasversale ferisce ed umilia la volontà di una nazione espressa in modo chiaro e forte come mai nella storia della Repubblica Italiana. Ma non solo offende il volere popolare con un atto criminoso, si rivela anche controproducente da un punto di vista economico perchè intende colmare con il frutto dei sacrifici dei cittadini, un buco nero internazionaleª.
Queste le parole di Mimmo Scazzi, dell'associazione La Casa dei Popoli di Copertino del comitato Acqua bene comune.
In allegato la lettera del Comitato al Presidente Giorgio Napolitano.
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