Centri diurni chiusi, la protesta delle famiglie
Data:
16/09/2011Categoria: Altre News
Oltre 100 utenti sono da circa un mese "orfani" dei luoghi di riabilitazione psichiatrica della provincia di Lecce
Porte sbarrate nei cinque centri diurni per la riabilitazione psichiatrica della provincia di Lecce, per decisione del commissario straordinario della Asl leccese Valdo Mellone, proprio alla ripresa delle attività, dopo la pausa estiva. L'interruzione dei Centri diurni di Campi Salentina, Lecce, Lequile, Strudà e Galatina è avvenuta lo scorso 4 agosto e in tutto questo tempo le famiglie degli oltre cento utenti hanno cercato un dialogo con l'amministrazione sanitaria, per comprenderne le motivazioni e trovare delle soluzioni alternative. Dalla dirigenza della Asl è stato chiarito che la situazione è determinata dall“applicazione di un piano di riordino normativo del servizio. Piano che, nella sua realizzazione, prevede la cessazione della collaborazione del personale sino ad ora responsabile delle attività e l'istituzione di nuove equipe, prevalentemente infermieristiche, supportate sporadicamente da esperti di laboratorio. La riapertura dei Centri doveva avvenire entro la metà di settembre con una formula differente dal passato e transitoria che prevede la presenza di solo infermieri e la successiva immissione di personale specializzato, recuperato dalla mobilità interna dell“Asl. Personale che però, sembra non essere nelle disponibilità dell“organico. E nel frattempo i centri sono ancora chiusi.
Situazione questa che ha causato non pochi problemi agli utenti dei Centri e alle loro famiglie che ora protestano e chiedono il ripristino immediato della situazione precedente. "Dopo oltre un mese di mancato supporto terapeutico dice Luca Spagnolo dell'associazione Nuove Speranze di san Cesario diverse famiglie testimoniano malesseri e difficoltà degli utenti, spesso contenuti dai Centri di salute mentale con massicci aumenti dei dosaggi farmacologici. In un caso si è anche sfiorato un Trattamento sanitario obbligatorio". Un vero peccato, visto che parliamo di persone stabilizzate e autonome, che negli anni hanno realizzato non poche attività tra cui rappresentazioni teatrali con la compagnia "Il mercato dei sogni", la redazione di una rivista on line "Fiori di carta", corsi di vela, mercatini di manufatti etc. E tutto con un contenuto supporto farmacologico, perchè il resto lo facevano, appunto, le attività. "Con amarezza, le famiglie prendono atto che la nuova dirigenza conclude Spagnolo disconosce una storia decennale di riabilitazione non medicalizzata, che da più parti ha riscosso plausi e riconoscimenti, per virare verso formule dal vago sapore manicomialistico, dove al disagio si risponde con farmaci ed infermieri. Formula decisamente avversata, perchè ritenuta meramente contenitiva, non terapeutica e anzi, potenzialmente dannosa per la salute dei propri congiunti, già estremamente provati dal disagio di questi giorni".
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