Sbarre vibranti
Data:
12/12/2011Categoria: Altre News
Fumo, fiamme e scioperi: il silenzio dei detenuti è rotto
Parma, Ancona, la protesta continua e si diffonde in Italia, non come un'epidemia, ma come un tam tam fatto di urla e di suoni tra le sbarre.
La protesta dei detenuti sul finire di un anno che li ha visti sempre più vittime che criminali.
I criteri di detenzione, sono discutibili, come sempre, eppure, dietro le sbarre italiane ci sono sempre i soliti ignoti, e non è un modo di dire.
Difficilmente scontano le pene, i nomi noti, grandi ladri della finanza, corrotti politici, personaggi che non hanno rubato un pollo al supermercato ma che hanno rubato nelle tasche degli italiani portando una nazione allo sfascio.
Un punto di vista, probabilmente, ma non è solo questo il problema.
Chi è dietro le sbarre, è per la maggior parte gente in attesa di giudizio. Eppure, senza averlo ancora subito, il giudizio, è gente che subisce l'ingiustizia di dover vivere in condizioni disumane. Stipati come animali destinati al macello, senza dignità, senza rispetto.
Questo 2011 non è ancora finito, e nei suoi ultimi giorni continua a seminare vittime, suicidi dettati dall'insofferenza, come quello di Monia, Said, Michele, tutti giovani, tutti morti nel silenzio.
E nel silenzio si gioca anche la protesta di un detenuto di Nuoro, condannato all'ergastolo, che ha deciso di cucirsi la bocca perchè gli è stato negato il diritto allo studio e ai laboratori artistici.
Le proteste aumentano, si diffondono in Italia, e la paura è quella che non si riesca a controllarle.
Al di là del giudizio che naturalmente sorge nei ben pensanti, quella della detenzione è una condizione condannata anche dagli stessi operatori, che molto spesso con i detenuti condividono la pena.
Torna all'elenco delle notizie