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Ecco la rete regionale antidiscriminazione

Data: 15/12/2011
Categoria: News Regione Puglia
Sono più di settanta gli enti che faranno parte dei Nodi locali contro la discriminazione all“indomani dell“intesa fra l“Unar e Regione Puglia. A breve anche il Centro regionale antidiscriminazioni
Non si poteva scegliere una data più indicata per dare il via ad un corposo lavoro per la costruzione di una rete antidiscriminazioni, tessuto, negli ultimi mesi, dai due assessorati regionali alle politiche di welfare e alle politiche migratorie. Sono state sottoscritte in Puglia, lo scorso 14 dicembre, all'indomani della strage dei due cittadini senegalesi a Firenze, 77 convenzioni con altrettanti soggetti per dare il via alla rete regionale antidiscriminazione, costruita in questi ultimi mesi grazie alla volontà dei due assessori regionali al welfare e alle politiche migratorie, Elena Gentile e Nicola Fratoianni. Le convenzioni formalizzano il rapporto fra i nodi territoriali e la Regione Puglia e rinnovano il rapporto di collaborazione per ulteriori due anni con l“UNAR, l“Ufficio nazionale antidiscriminazione del Dipartimento Pari Opportunità. Sempre nella giornata del 14 dicembre sono stati sottoscritti anche i protocolli con Anci, UPI, Consigliera regionale di parità e Commissione pari opportunità. La rete è formata complessivamente da 311 operatori, di cui 115 mediatori culturali e 63 interpreti LIS e dè distribuita in maniera sufficientemente omogenea su tutto il territorio regionale, con partecipazione più ampia nelle province di Bari e Lecce. Massiccia, soprattutto, la partecipazione dei soggetti del Terzo Settore che da soli coprono l'80% dei soggetti coinvolti. Il restante 20% è costituito da Comuni, Ambiti territoriali, Province. Nei mesi scorsi la Regione Puglia ha siglato un protocollo d'intesa con l'UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali per costituire il Centro regionale antidiscriminazioni. Gli enti ammessi, per il tramite della candidatura regionale, svolgeranno attività di informazione ed orientamento legale avvalendosi anche della rete dei servizi sociali presenti nel territorio, in stretta collaborazione sia con gli sportelli sociali sia con gli sportelli per l“integrazione sociosanitaria delle persone immigrate. Obiettivo del Centro è quello di prevenire e contrastare ogni forma di discriminazione (sessuale, razziale, religiosa) attraverso un modello di organizzazione ben definito e ramificato, a più livelli: un nucleo centrale, il Centro di coordinamento regionale, ubicato presso la Regione Puglia, nell'assessorato al Welfare, all'interno del Servizio Politiche di Benessere sociale e pari opportunità composto dall“Ufficio garante di genere, Ufficio della consigliera di parità, UPI e ANCI; sei nodi provinciali ubicati presso i Centri risorse famiglie; sei nodi locali (centri antidiscriminazione), ubicati presso gli Ambiti Territoriali e le associazioni del terzo settore che hanno manifestato interesse a far parte della "rete". Il Centro ha anche una funzione di controllo e di vigilanza sui territori, grazie ad un“azione di monitoraggio dei fenomeni di discriminazione a tutti i livelli. Il Centro è concepito come snodo fondamentale di una serie di attività che percorrono la rete territoriale, grazie al raccordo tra istituzioni e Terzo settore pugliese. "Si tratta ha detto l“assessore al Welfare Elena Gentile di una tappa fondamentale per la tutela delle persone più fragili e per la valorizzazione delle differenze, dopo la grande attenzione messa in campo dalla Regione con il varo delle leggi sulla solidarietà sociale più innovative degli ultimi anni. La firma delle convenzioni continua la Gentile rappresenta il momento finale del percorso di selezione avvenuto tramite avviso pubblico di manifestazione di interesse, a cui hanno partecipato circa 100 soggetti pubblici e privati, ma anche l“avvio concreto delle attività di prevenzione e contrasto alle diverse forme di discriminazione. La rete può contare su 79 nodi disseminati su tutto il territorio regionale che saranno coordinati dal Centro regionale antidiscriminazioni. Il modello disegnato si basa infatti su una collaborazione multi livello fra Regione, altre istituzioni pubbliche e terzo settore con l“obiettivo comune di essere presenti capillarmente con un set di servizi per la tutela dei diritti delle persone in situazione di discriminazione. La rete conclude infine la Gentile è uno dei risultati della normativa e della strategia regionali adottate per la costruzione della cittadinanza solidale e per la reale promozione della dignità e del benessere dei cittadini e delle cittadine pugliesi nella valorizzazione delle differenze, nel rispetto del principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla loro identità di genere, orientamento sessuale, razza o origine etnica o geografica o nazionalità, condizioni di disabilità, età, religione".


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