Istat: 4 donne su 10 interrompono il lavoro per prendersi cura dei figli
Data:
29/12/2011Categoria: Altre News
Il congedo parentale: uno strumento fruito ancora prevalentemente dalle madri. I genitori che non fruiscono del congedo facoltativo per maternità/paternità sono tanti: si tratta di 2 milioni 754 mila padri occupati e di 1 milione 18 mila madri occupate
La nascita di un figlio comporta profondi stravolgimenti nell“organizzazione della vita familiare e lavorativa dei genitori. Secondo l“Istat, infatti, sono 702 mila le madri occupate che hanno dichiarato di aver interrotto temporaneamente dopo la nascita del figlio più piccolo l“attività lavorativa per almeno un mese (il 37,5% delle occupate che hanno figli con meno di 8 anni). L“assenza temporanea dal lavoro riguarda, invece, solo una parte marginale di padri, cioè l“1,8% degli occupati con figli con meno di otto anni.
Le madri con un titolo di studio elevato e che occupano una posizione nella professione ai vertici della scala gerarchica hanno dichiarato più frequentemente delle altre di aver sospeso temporaneamente il lavoro per prendersi cura dell“ultimo nato: sono rimaste a casa circa quattro madri ogni dieci in possesso di una laurea o di un diploma di scuola superiore e meno di tre madri ogni dieci con un livello di istruzione più basso; hanno interrotto l“attività il 38,1% delle dirigenti/imprenditrici, il 43,8% delle impiegate, il 29,9% delle operaie e il 28,6% delle lavoratrici in proprio. Le madri che svolgono un“attività autonoma risultano più "penalizzate", in quanto hanno sospeso l“attività lavorativa solo nel 27,8% dei casi, contro il 39,7% delle madri che esercitano un“attività alle dipendenze.
Il 18% delle madri si è assentato per meno di due mesi, il 16,9% da due a meno di tre mesi, poco più del 30% da tre a meno di sei mesi, il 24,6% da 6 mesi a meno di un anno e il 9,7% per più di un anno. Nelle regioni settentrionali ci si assenta di più che nelle altre regioni del Paese, e per un periodo più lungo.
Le madri che svolgono una professione alle dipendenze restano più a lungo fuori dall“ambiente di lavoro rispetto alle donne che hanno un“attività autonoma: tra le prime, due ogni tre interrompono l“attività per più di tre mesi, mentre tra le seconde si tratta di poco più della metà (52,8%).
La riduzione dell“orario di lavoro per almeno un mese continuativo al fine di prendersi cura dell“ultimo figlio ha riguardato 483 mila madri, pari a poco più di un quarto delle donne occupate con figli con meno di 8 anni.
Il congedo parentale. Tra i genitori di bambini di età inferiore a otto anni, che nel secondo trimestre del 2010 risultano avere un“occupazione, 205 mila padri e 847 mila madri hanno dichiarato di aver usufruito almeno una volta nel corso della vita del congedo parentale per prendersi cura del figlio più piccolo. Si tratta di una fruizione prevalentemente femminile: ne ha goduto, infatti, circa una donna ogni due (45,3%), e solamente il 6,9% degli uomini. Nonostante la normativa punti a favorire la fruizione dell“astensione facoltativa per maternità/paternità da parte dei padri, questa risulta confinata soprattutto ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, tra i quali circa uno ogni due dichiara di averne fruito.
A livello territoriale risulta un più diffuso utilizzo del congedo parentale tra le occupate residenti nell“Italia centro-settentrionale (il 48,5% nel Nord e il 46,5% nel Centro, contro il 35,4% nel Mezzogiorno).
Al crescere del livello di istruzione aumenta il ricorso all“astensione facoltativa dal lavoro: tra le madri laureate la proporzione di coloro che se ne sono avvalse raggiunge il 48,9% e tra le diplomate il 49,9%, mentre tra le lavoratrici in possesso della licenza media o di un titolo di studio inferiore tale proporzione scende al 29,9%.
Tra le madri che occupano una posizione lavorativa alle dipendenze, il 51,7% ha usufruito del congedo parentale almeno una volta nel corso della vita del figlio minore (il 58% tra le impiegate). Considerando, invece, le madri che svolgono un“attività autonoma, la stessa quota raggiunge appena il 17,1%.
Tra i settori di attività economica in cui risulta più diffuso l“utilizzo del congedo parentale da parte delle madri figurano la Pubblica Amministrazione (68%), il settore dell“istruzione (53,1%, tra le professoresse e le insegnanti il 55,7%) e il settore della sanità (51,3%).
I genitori che non fruiscono del congedo facoltativo per maternità/paternità restano tanti: si tratta di 2 milioni 754 mila padri occupati e di 1 milione 18 mila madri occupate. Se tra chi non ha usufruito dell“astensione facoltativa si escludono coloro che non hanno ancora maturato il diritto a fruirne (il figlio è nato da poco tempo e le madri sono in astensione obbligatoria per maternità) e quelli che rientrano in qualche categoria di lavoratore autonomo che non può fruire del congedo parentale, il 32,2% delle madri e il 40,7% dei padri che non sono ricorsi al congedo parentale ha dichiarato che "non se ne è presentata la necessità". Più precisamente, il fatto che sia il partner ad usufruire del congedo parentale riguarda il 12,9% dei padri e solo lo 0,8% delle madri. Analogamente, oltre un quarto dei padri non ha sospeso l“attività fruendo dell“astensione facoltativa, perchè comunque a casa c“erano la moglie o i nonni a prendersi cura del figlio: tra le madri la stessa percentuale è del 16,9%.
Nella graduatoria dei motivi la seconda posizione è occupata da coloro che dichiarano di non averne usufruito in quanto preferiscono lavorare: si tratta del 21,3% degli uomini e del 16,5% delle donne. Sei genitori su 100 (il 6,4% degli uomini e il 4,9% delle donne) hanno dichiarato di non essere a conoscenza dei diritti sul congedo parentale.
La motivazione "poco o per niente remunerato" per il mancato utilizzo riguarda solo una parte limitata di genitori, l“8,2% delle madri e il 4,1% dei padri. La riduzione della retribuzione influisce sicuramente sulla scelta di usufruire o meno del congedo parentale, ma indirettamente e come fattore secondario. Una buona parte dei genitori ha dichiarato di non aver avuto la necessità di ricorrere al congedo parentale - considerato come una sorta di "ultima spiaggia" - perchè ha potuto contare sulla rete degli aiuti informali e perchè i bambini sono stati sempre bene.