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Istat: il lavoro di cura limita la partecipazione delle donne al lavoro

Data: 29/12/2011
Categoria: Altre News
Tra le 25-54enni madri di bambini coabitanti con meno di 15 anni, le donne attive nel mercato del lavoro sono il 60,6% e quelle occupate il 55,5%. Gli uomini invece, in presenza di un figlio, manifestano un maggior coinvolgimento nel mercato del lavoro
In Italia la condizione di madre si associa a una minore presenza femminile sul mercato del lavoro. A riferirlo è l“Istat. Le donne sono coinvolte nelle responsabilità di cura più spesso degli uomini (42,3% contro il 34,5%) e anche per questo risulta più bassa la loro partecipazione al mercato del lavoro. Tra le 25-54enni madri di bambini/ragazzi coabitanti con meno di 15 anni, le donne attive nel mercato del lavoro sono il 60,6% e quelle occupate il 55,5%, valori significativamente inferiori a quelli delle altre donne di questa stessa fascia di età. Diversamente accade per gli uomini che, in presenza di un figlio, manifestano al contrario un maggior coinvolgimento nel mercato del lavoro (il 90,6% dei padri è occupato, contro il 79,8% degli altri), a conferma del tradizionale ruolo maschile di fornitore del reddito principale della famiglia. Lavoro e figli. L“Istat osserva, inoltre, una marcata relazione inversa tra partecipazione femminile al mercato del lavoro e numero di figli con meno di 15 anni. La percentuale di occupate è pari al 58,5% per le donne con un figlio, scende al 54% per le donne con due figli e cala ulteriormente fino al 33,3% per le madri con tre o più figli. Non meno importante risulta l“associazione tra numero di figli e inattività: sono inattive il 36% delle donne con un figlio, il 41,5% di quelle con due figli e il 62,0% delle donne con tre figli o più. Nel Mezzogiorno, dove già la partecipazione femminile al mercato del lavoro è molto contenuta, le responsabilità di cura dei figli hanno un effetto maggiore sull“occupazione femminile rispetto al Centro-Nord: è occupato il 34,6% delle madri che vivono al Sud o nelle Isole, contro un valore quasi doppio (68,8%) rilevato per quelle che risiedono nel Settentrione. Le differenze tra i livelli di partecipazione al mercato del lavoro in relazione alla cura di figli si accentuano in presenza di bassi titoli di studio. Al contrario, per le donne con un titolo di studio universitario, i livelli di partecipazione e di occupazione rimangono comunque molto alti in tutti i contesti familiari. Anche chi si occupa di bambini non conviventi presenta livelli di occupazione più bassi rispetto al resto della popolazione (il 41,6%, contro il 58,4%), anche se tale effetto è ampliato dalla presenza all“interno del gruppo di persone di età mediamente più elevata. Analogamente, la cura di adulti, anziani, malati o disabili corrisponde a un livello inferiore di occupazione rispetto a chi non ha questo tipo di responsabilità ed è per le donne che si determinano le differenze più elevate: tra i 25 e i 44 anni il tasso di occupazione delle donne che si prendono cura di un adulto o di una anziano è di circa otto punti percentuali inferiore a quello del resto della popolazione.


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