Questa Italia, anziana e disoccupata
Data:
14/02/2012Categoria: Altre News
Lo dicono i dati pubblicati dal rapporto sulla coesione sociale dell'Istat: si registrano 144,5 anziani ogni 100 giovani. Aumenta anche disoccupazione e precarietà
Un popolo di persone anziane e di disoccupati o al più di precari. » questo il quadro disegnato dal rapporto pubblicato dall'Istat sulla coesione sociale e il mercato del lavoro in Italia: al primo gennaio 2011 si registrano 144,5 anziani ogni 100 giovani, che diventeranno 256 ogni 100 giovani nel 2050. A provocare questo notevole disequilibrio, i bassi livelli di fecondità e l“aumento della sopravvivenza che comportano l“invecchiamento della popolazione italiana, rendendo "l“Italia uno dei paesi più vecchi al mondo".
Neri anche i dati sullo stato dell'occupazione: nel primo semestre 2011 sono stati attivati oltre 5,325 milioni di rapporti di lavoro dipendente o parasubordinato di cui il 67,7% è stato formalizzato con contratti a tempo determinato, il 19% con contratti a tempo indeterminato e l“8,6% con contratti di collaborazione.
Non cala il tasso di disoccupazione giovanile che si attesta al 27,4%, raggiungendo il 44% se riferito alle donne del Mezzogiorno e il tasso d“inattività sale al 37,9%. Secondo i dati, a dominare il mercato del lavoro sono i contratti precari, con quasi 8 nuovi contratti su 10 (ovvero l“76,3%) sono fatti con accordi a termine o collaborazioni.
Cresce anche il divario di genere che raggiunge il picco più alto soprattutto in Puglia in quanto dil tasso d'occupazione maschile e quello femminile si differenziano di ben 30 punti percentuali.
In Italia, inoltre, nel 2010, in media gli uomini hanno percepito una retribuzione più elevata (1.407 euro) rispetto alle italiane (1.131 euro), circa il 20% in più. Il lavoro domestico è ancora per il 71,3% è ancora a carico delle donne.
Secondo il Rapporto, nel 2010 sono state circa 380mila le lavoratrici dipendenti che hanno beneficiato dell“astensione obbligatoria per maternità. Fra le neo-mamme, il 91% ha un contratto a tempo indeterminato (e vive al Nord nel 58% dei casi), il 9% a tempo determinato (di cui il 52% concentrato nel Sud e isole). Ammontano a 286mila, invece, i lavoratori dipendenti che hanno usufruito di congedi parentali (astensione facoltativa) nel 2010. La natalità, nello specifico, nel 2010 un bambino su quattro (25,4%) è nato al di fuori del matrimonio, il doppio rispetto a dieci anni prima.
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