Caro Dalla, ti scrivo della solita omofobia...
Data:
06/03/2012Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
È dura la presa di posizione di Agedo Lecce sulle strumentalizzazioni del pensiero e dei comportamenti del cantautore. L'ennesimo esempio di "omofobia sociale italiana"
Non è così che si rende merito alla sua memoria, non strumentalizzando il suo pensiero e facendo dietrologie sui "perchè si e perchè no" del suo orientamento sessuale. È quello che pensa l'Agedo Lecce, associazione dei genitori e amici di persone omosessuali, sulla "bagarre" mediatica, scatenatasi all'indomani della morte del noto cantautore Lucio Dalla.
"Sulla omosessualità velata/nascosta di Dalla - dice Gianfranca Saracino, presidente dell'associazione Agedo Lecce - e sui suoi rapporti con la Chiesa si è detto di tutto e di più. E“abbastanza irritante che ci si scateni con le domande, le supposizioni ed anche le accuse ora che non c“è più e che non può più risponderci. La sua decisione di non parlare apertamente del suo orientamento sessuale rimane esclusivamente sua, quali che siano state le motivazioni che l“hanno determinata e, a meno che non abbia lasciato scritti in proposito, è troppo tardi per chiederselo. E al solito, si sposta il problema vero".
Già, perchè il problema vero è solo camuffato dietro le finte parole di finte persone perbene. "Dagli effetti e i condizionamenti micidiali del cancro dell“omofobia sociale italiana si slitta alla mancata presa di posizione di Dalla per i diritti civili. Le persone omosessuali della sua generazione (69 anni) hanno sofferto e vissuto con grande fatica gli ostacoli che la nostra mentalità bigotta e perbenista, ipocrita e moralista da strapazzo ha sempre messo sul cammino della liberazione dell“orientamento omosessuale, interiorizzando la condanna ed il disprezzo della società nei loro confronti ed il senso del peccato loro inculcato. Non tutti sono guerrieri. A mio parere - continua la Saracino - il problema non è di Dalla - che sicuramente avrà sofferto per l“impossibilità di essere autentico fino in fondo agli occhi del suo pubblico- anche se tutti sapevano. Il problema è di chi primi fra tutti fra gli inetti e gli incompetenti politici che abbiamo avuto in tutti questi decenni e i sordi e cristallizzati pastori ecclesiastici - il problema è di chi intralcia il processo di affermazione dei veri valori morali che niente hanno a che fare con quelli dei sepolcri imbiancati e che dovrebbero avere come obiettivo finale il bene della persona considerata nella sua interezza e il rispetto dei bisogni vitali e della felicità dell“intera collettività".
Poche volte il Bene, quello con la B maiuscola occupa le menti, le mani, le bocche di chi detiene la responsabilità di costruire il bene comune, di un'intera collettività. Un problema molto italiano: "Dalla - conclude la Saracino - era un grandissimo artista, ma non si chiamava Elton John e, soprattutto, non viveva in Inghilterra...".
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