Le Fondazioni bancarie compiono cento anni
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Nate il 10 aprile 1912, sono un vero patrimonio per il nostro paese. Un articolo di Guzzetti, presidente dell'Acri, ne spiega obiettivi e modalità operative

L'Acri, l'Associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa, celebra il centesimo anniversario della sua costituzione, avvenuta nell'aprile 1912. Lo Stato italiano ha voluto dedicare alla celebrazione di questo centenario un francobollo emesso lo scorso 11 aprile e presentato in un incontro a Roma. Ma cosa sono le Fondazioni e come operano? Di seguito riportiamo una sintesi dell'articolo apparso il 12 aprile su "Il Sole 24ore" a firma di Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri. Le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti nonprofit e importanti investitori istituzionali, che si impegnano per valorizzare i risparmi che le loro comunità hanno accumulato nel passato (divenute patrimonio delle Fondazioni queste risorse dal 1992 al 2010 sono cresciute, al netto dell'inflazione, del45%, passando da 23 a 45 miliardi di euro, pari a un incremento medio annuo del 2,2%) impiegandolo opportunamente per trarne utili da devolvere in attività filantropiche; le Casse di Risparmio Spa sono banche particolarmente attente allo sviluppo delle aree in cui operano. Entrambe hanno a che fare con un'idea precisa del risparmio: quella che il suo corretto impiego possa diventare una ricchezza utile a tutti, perché base necessaria per rilanciare lo sviluppo. Le Fondazioni di origine bancaria sono 88, diverse per dimensione e per operatività territoriale, e perseguono esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. Sono i cosiddetti Enti conferenti nati dalla legge "Amato" che determinò la separazione dell'attività creditizia da quella filantropica. L'attività creditizia infatti con la legge Amato fu scorporata e conferita alle Casse di Risparmio Spa e alle Banche del Monte Spa, ormai società profit, commerciali private, disciplinate dal Codice Civile e dalle norme in materia bancaria, analogamente alle altre banche, mentre le attività finalizzate allo sviluppo sociale, culturale, civile ed economico rimasero proprie delle Fondazioni. Oggi le Fondazioni di origine bancaria assolvono alla loro missione devolvendo gli utili derivanti dalla gestione dei loro patrimoni al sostegno di attività di interesse collettivo, quali l'arte, la cultura, la formazione, la ricerca, il supporto alle categorie sociali deboli, il volontariato, la salvaguardia dell'ambiente e dei beni di interesse storico e paesaggistico. Il loro obiettivo è stimolare e accompagnare la crescita delle loro comunità e del Paese, aprendosi al nuovo e favorendo uno "sviluppo sostenibile". Oggi, in coincidenza con la celebrazione del centenario dell'Associazione per dare sistematicità alle migliori pratiche già sperimentate e pienezza di attuazione allo spirito delle norme che le regolano, le Fondazioni si sono dotate di una sorta di codice di riferimento volontario, ma vincolante, che consentirà loro di adottare scelte sempre più coerenti a valori condivisi nel campo della governance e accountability, dell'attività istituzionale, della gestione del patrimonio. La Carta ribadisce l'autonomia e la terzietà delle Fondazioni come centrale nello svolgimento del loro ruolo: non solo come principio fondante, ma come strumento e modalità attuativi Un'autonomia che non è disgiunta dall'assunzione di una piena responsabilità per le finalità di interesse generale loro affidate e per le attività poste in essere. In tal modo tutti gli elementi, dalla trasparenza e pubblicità del proprio operato (ivi compresi i percorsi che ne garantiscono la realizzazione) all’autorevolezza degli amministratori, fino all'ordinato funzionamento degli organi di governo (la cui specializzazione funzionale è volta ad attivare il circuito interno delle responsabilità) e alle forme di vigilanza previste dall'ordinamento, rappresentano attributi imprescindibili nell'ambito dei quali l'autonomia viene esercitata.
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