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Non autosufficienza, quali prospettive?

Data: 18/04/2012
Categoria: Altre News

Se ne discute a Bari per il IV Forum nazionale della Maggioli. Vendola: "Si sta frantumando sotto i nostri occhi tutto quello che è accaduto in secoli millenari"

Se crescono le disuguaglianze, diminuiscono diritti e dignità, salute e coesione sociale. Come reagire? Con questo interrogativo si è aperto il 18 aprile il IV Forum nazionale sulla non autosufficienza organizzato da Maggioli editore a Bari, presso Villa Romanazzi Carducci. È Massimo Campedelli a tentare una risposta in apertura: "La crisi - esordisce Campedelli - non ha ancora intaccato la sostanza dei servizi. Le non autosufficienze pongono problemi di giustizia minima e stanno provocando dei cambiamenti, in un momento di grave crisi. Il problema - continua Campedelli - non è solo l'aumentare delle disuguaglianze, ma il venir meno degli strumenti per fronteggiarle. Allora occorre conoscere le crisi per far fronte ad esse, occorre riappropriarsi del diritto alla ricerca nei servizi, rivendicando momenti, luoghi e spazi, recuperando la dimensione deontologica, e alleggerirsi, cioè togliere per cercare". È un'analisi storica ma anche di denuncia quella fatta dal presidente della Giunta regionale pugliese Nichi Vendola: "È come se tutto quello che è accaduto in secoli millenari - denuncia Vendola - nella liberazione delle diversità e la lotta allo stigma si stesse frantumando sotto i nostri occhi. Siamo oggi prigionieri di un paradigma gigantesco della paura che è uno straordinario strumento di frantumazione dei corpi intermedi, di subordinazione sociale. Siamo il paese in cui il Fondo per la non autosufficienza è stato azzerato senza che questo abbia suscitato un enorme sciopero generale. Siamo di fronte al rischio che muoia l'Europa di welfare e una società senza welfare è una società sempre più povera perché solo guadagnando diritti si guadagna reddito. La mia preoccupazione è questa, che stia crepando il welfare e il suo inscindibile legame, diritti sociali e diritti di libertà". La preoccupazione di Vendola e' che venga meno, in un Paese in cui "il pareggio di bilancio diventa principio costituzionale, in uno Stato ragionieristico, il completamento dell'opera novecentesca di frantumazione definitiva del mondo dei normodotati. Per uscire dalla crisi, occorre - conclude Vendola - "riconoscerci tutti come portatori di fragilità".



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