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Rinnovata la convenzione per la tutela del territorio

Data: 05/06/2012
Categoria: News Regione Puglia

A cinque anni dall'accordo tra Regione Puglia, Forze dell'Ordine, Cnr ed Arpa, si sottoscrive la nuova convenzione per il monitoraggio dei siti inquinati. In cinque anni recuperati 15 milioni di euro dall'ecotassa

“Un’esperienza bellissima, che si riverbera sull’attività di governo e sulla consapevolezza del decisore pubblico di quali siano i problemi e gli inciampi dal punto di vista della legalità nel proprio territorio”. Così il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha commentato la sottoscrizione assieme ai rappresentanti delle forze dell’ordine, del Cnr e dell’Arpa Puglia della convenzione per la prosecuzione dell’attività di monitoraggio dei siti inquinati regionali attualmente in corso, definite nell’ambito dell’Accordo Quadro siglato nel marzo del 2007.

“Si tratta di un’attività – ha spiegato Vendola – che non rassomiglia per niente alla tela di Penelope. Talvolta, nella lotta contro le forme di criminalità si ha l’impressione che quello che viene tessuto di giorno, venga poi disfatto nel corso della notte. Noi, in questo caso siamo dinnanzi alla continua implementazione dei sistemi di sradicamento dell’illegalità”. “Noi confermiamo – ha continuato il presidente della Regione Puglia – un’esperienza unica in Italia: il finanziamento di un’attività di coordinamento con la Guardia di Finanza, il NOE (Nucleo Operativo Ecologico) dei Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato, l’Arpa Puglia e il CNR, per mettere insieme tutte le esperienze e le conoscenze per contrastare i crimini ambientali. Con 800 mila euro all’anno noi riusciamo anche a far ritornare, attraverso l’ecotassa, circa 15 milioni di euro evasi”.

Dopo cinque anni di attività, secondo Vendola “oggi cominciano a sentirsi gli effetti della deterrenza: il numero dei siti sottoposti a sequestro, che era cresciuto a dismisura, inizia a diminuire. L’attività delle forze dell’ordine, anche grazie a strumenti e tecnologie sempre più sofisticate, comincia a mordere. Progressivamente aumenta la coscienza del fatto che il territorio, la costa, la campagna, l’ambiente naturale non può essere considerato una discarica, ma è la terra di tutti noi, dobbiamo custodirla e proteggerla”.

Vendola ha fatto riferimento anche agli effetti del decreto sulle liberalizzazioni che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2013, “abbiamo paura che, in generale, il ciclo dei rifiuti possa precipitare nelle mani delle organizzazioni mafiose. Dal 1 gennaio 2013 c’è l’obbligo del passaggio al mercato di tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica (trasporti, rifiuti e servizi idrici). Si tratta di un precipizio, perché il sistema d’impresa più pronto a reagire e più ricco di liquidità è sicuramente la mafia, per quello occorre vigilare e monitorare bene la situazione”.



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