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In Puglia i Tg avranno la LIS

Data: 06/06/2012
Categoria: News Regione Puglia

La Giunta regionale ha approvato un regolamento per la concessione di contributi alle emittenti televisive locali per la promozione della lingua italiana dei segni (LIS) nei telegiornali, mediante l’impiego di professionisti qualificati

Tra qualche tempo in Puglia sarà possibile per le persone audiolese, seguire, come tutti, i telegiornali locali. A compiere questo grande passo avanti nell’accessibilità di tutti all’informazione, diritto fondamentale, è l’assessorato regionale al Welfare che finanzierà le emittenti televisive locali che intenderanno realizzare telegiornali con la lingua dei segni, la LIS. Al momento l’assessorato regionale al Welfare ha provveduto alla redazione di un regolamento regionale per la concessione di contributi alle emittenti televisive locali per la promozione della lingua italiana dei segni (LIS) nei telegiornali, mediante l’impiego di professionisti qualificati come traduttori del linguaggio LIS, in possesso di qualifiche conseguite con corsi di formazione professionali riconosciuti, in applicazione a quanto stabilito dall’art. 42 della legge regionale 31 dicembre 2010, n. 20.

I passi successivi saranno l’approvazione del regolamento in Consiglio e la pubblicazione dell’avviso per la concessione dei contributi alle emittenti televisive. Secondo il regolamento appena approvato dalla Giunta regionale, saranno privilegiate le emittenti televisive a carattere regionale, la cui periodicità dell’informazione con la lingua dei segni sia giornaliera e che dedichino oltre 15 minuti all’informazione con la Lis, nella fascia di punta dalle 19 alle 21. La disponibilità finanziaria è di 600mila euro complessivi.

“L’inclusione sociale delle persone con disabilità – ha chiarito l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile – non è solo assegni di cura e assistenza diretta. Ci sono forme di esclusione dai diritti fondamentali che sono più subdole ma non meno discriminanti, come il diritto all’informazione. Riteniamo che rendere accessibile l’informazione locale alle persone con problemi di udito, con compromissioni più o meno gravi, sia un dovere, un obbligo, per valicare quei confini che già fisicamente impongono alla persona audiolesa un allontanamento dalla vita cittadina e dunque dalla partecipazione. Questo per noi è il reale welfare inclusivo, far sì che ciascuno possa conoscere e dunque cimentarsi nell’esercizio della partecipazione, la pratica vera della democrazia”.



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