Espropri 275, il Consiglio di Stato rigetta la richiesta di provvedimento d'urgenza
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
In attesa del dibattimento, il Consiglio di Stato conferma la posizione del Tar di Lecce. Le associazioni: "Nessun giudice è ancora entrato nel merito della questione"

Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di provvedimento sospensivo d’urgenza avanzata da alcuni proprietari terrieri, accompagnati dallo stesso Comune di Tricase, che saranno espropriati per fare spazio al nuovo progetto di ammodernamento della strada statale 275. Una posizione che conferma la decisione del Tar di Lecce che aveva dichiarato ad aprile l'inammissibilità del ricorso e condannato i ricorrenti a pagare 1000 euro di spese legali. Il dibattito al Consiglio di Stato, però, ancora non c'è stato e rimane ancora in piedi l'esposto alla Procura della Repubblica.«È stata rigettata la richiesta di sospensiva d'urgenza – ha dichiarato Vito Lisi, portavoce del comitato “SOS 275” che riunisce numerose associazioni contrarie al progetto – ma ancora una volta nessun giudice è entrato nel merito della questione. Sono rimasti fermi alla copertina».
Il progetto di ammodernamento della Maglie-Leuca è fortemente contestato da Montesano salentino in poi, gli ultimi 17 km, da numerose sigle ambientaliste. Quattro corsie fino a San Dana per un finanziamento di 288milioni di euro. Tra i presunti illeciti denunciati dagli ambientalisti, “l'affidamento di incarichi di progettazione conferiti da Anas alla Prosal, tramite il Consorzio Sisri di Lecce, in assenza di procedure di evidenza pubblica” in quanto nel 2002 Anas diede incarico al Sisri (all'epoca presieduto da Lea Cosentino), “privo di ufficio abilitato alla progettazione di opere stradali”, di redigere un progetto che fu poi subappaltato alla Prosal, “società con capitale sociale di appena 10.000 euro e priva al suo interno di talune competenze in materia geologica, geognostica, ambientale e paesaggistica”. La progettazione preliminare dell'opera, inoltre, è stata effettuata - e retribuita con compenso di 5milioni di euro - senza aver prima eseguito uno studio di impatto ambientale, che è stato depositato solo in seguito.
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