Istruzione, Italia fanalino di coda
Categoria: Altre News
Secondo i dati del Rapporto Ocse sull'Educazione 2012 l'investimento è solo del 4,7% del Pil rispetto alla media del 5,8%, al secondo posto tra i paesi con l'investimento più bassio dopo il Giappone

A pochi giorni dall'inizio della scuola, i dati che arrivano dal Rapporto Ocse sull'Educazione 2012 confermano l'Italia fanalino di coda sull'investimento nell'istruzione pubblica con il 4,7% del proprio Pil contro una media Ocse del 5,8%. Negli anni la quota di Pil investita su questo comparto è solo leggermente aumentata nel nostro paese, mentre è in calo, fra il 2000 e il 2010, la percentuale di spesa pubblica destinata all'Istruzione: passa dal 9,8% al 9% (la media Ocse è il 13%). Questo, comunque, in un clima di revisione e contenimento della spesa. Il dato, però, ci colloca al secondo posto fra i paesi con la spesa pubblica più bassa per l'istruzione dopo il Giappone. In termini reali c'è stato un piccolo incremento, spiegano dall'Ocse, del 4%. Niente paragonato al 33% medio degli altri paesi. L'Italia è in linea con i paesi Ocse per la spesa per studente: 9.055 dollari a fronte di una media di 9.249. La spesa pro-studente in Italia supera la media Ocse quando si parla di scuola primaria. Resta invece lontana dai paesi più avanzati quando si parla di università dove il grosso del sostegno arriva dai privati, ovvero dalle famiglie attraverso le tasse. La spesa media per studente universitario in Italia è 9.561 dollari contro una media Ocse di 13.719. La quota di finanziamento pubblico è scesa dal 77,5% del 2000 al 68,6% del 2009. Mentre sale dal 22,5% al 23,8% il finanziamento privato costituito sostanzialmente dalle tasse.L'Italia si colloca in prima linea fra i paesi non anglosassoni per quota delle tasse universitarie. E il sostegno dello Stato a chi vuole studiare scarseggia: l'82% degli studenti non gode di nessun beneficio.
Torna all'elenco delle notizie