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Il Miur stanzia 680 milioni di euro per riqualificare le scuole del Sud

Data: 14/09/2012
Categoria: Altre News

Gli edifici scolastici italiani sono vecchi e poco sicuri. È il dato che emerge dalla pubblicazione dell'anagrafe dell'edilizia scolastica. Al Sud gli istituti con maggiori problemi, per la riqualificazione stanziati fondi europei e fondi immobiliari. 

Le scuole del Sud riceveranno 680 milioni di euro per la riqualificazione.Il provvedimento è stato preso dal Miur subito dopo la pubblicazione dei dati dell'anagrafe dell'edilizia scolastica. Il quadro che ne viene fuori non è certo dei migliori: gli istituti scolastici italiani sono centenari e con gravi mancanze per la sicurezza. Alla luce di quanto emerso, il ministro Francesco Profumo ha commentato la «situazione fatta di luci e ombre, con eccellenze e situazioni più difficili sulle quali è necessario intervenire» decidendo, immediatamente dopo di di stanziare per gli interventi 680 milioni di euro,provenienti da fondi europei vincolati sulle regioni della Convergenza, e fondi immobiliari a livello locale per costruire nuove strutture superando in questo modo i limiti di spesa imposti dal Patto di stabilità interno. Un'apposita commissione, inoltre, predisporrà le linee guida in materia di edilizia scolastica, con particolare riferimento all'architettura interna.

Le scuole coinvolte saranno 1.565: in Calabria 111,6 milioni di euro per interventi in 257 edifici, in Campania 273,5 milioni per 625, in Puglia 51,6 milioni di euro per 121, in Sicilia 244,3 milioni di euro per 562.

I dati pubblicati dall'anagrafe non sono certo confortanti e comunque non restituiscono un quadro preciso e completo della situazione degli edifici italiani. In oltre venti anni di lavoro per la costruzione del registro dell'anagrafe, infatti, solo 9.806 istituti su 10.219 hanno risposto all'appello per il censimento e gli edifici censiti sono stati 36.220 (un’istituzione scolastica può includere più edifici).
Le scuole sono vecchie, questo il dato princpale: 4 su 100 risalgono all’Ottocento (in Piemonte la percentuale sale a 10 edifici su 100). Quasi la metà delle scuole italiane, il 44%, risale agli anni tra il 1961 e il 1980: chiara la posizione del Miur che ha affermato la necessità di ricostruire tutti gli istituti nati in quel periodo, perchè edificati con poca sensibilità verso i criteri antisismici.E il rischio sismico è un altro dato negativo. Su 25.532 edifici per i quali è stata comunicata la classificazione sismica, 2.328 edifici sorgono nelle zone più pericolose dal punto di vista sismico e 11.414 si trovano in territori in cui in passato si sono avuti danni rilevanti a causa di terremoti abbastanza forti. Per quanto riguarda la certificazione 3.745 edifici sono progettati rispettando la normativa antisismica e 1.614 sono in possesso del certificato di conformità, vale a dire un certificato che attesta la perfetta rispondenza dell’opera eseguita alle norme per le costruzioni in zona sismica. La percentuale più alta di edifici scolastici classificati in Zona 1 (la più pericolosa) si registra in Calabria, 53,6%, seguita da Basilicata (33,5%) e Abruzzo (20,7%).

E snocciolando altre informazioni: il 14,8% è stato riadattato per uso scolastico e il 4% è di proprietà di enti religiosi o privati.Solo il 17,7% degli edifici è in possesso del certificato di prevenzione incendi, anche se il 66,5% delle scuole possiede un impianto idrico antincendio, il 49,3% dispone di una scala interna di sicurezza, il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico,il 63% è munito di un sistema di allarme, il 98,3% è in possesso di estintori portatili, il 95,1% possiede un sistema di segnaletica di sicurezza. Nella classifica degli istituti, quelli del Sud risultano avere maggiori problemi: in Calabria soltanto il 33,7% ha una scala esterna e la metà degli edifici siciliani, il 49%, ha impianti elettrici non in regola.



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