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Le Giravolte: storia di un vicolo e di uno sfratto annunciato

Data: 19/09/2012
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Trovata una possibile soluzione per la maggior parte delle famiglie immigrate, colpite dallo sfratto. Forte l'impegno delle associazioni di volontariato che hanno dato un decisivo contributo

Una storia annunciata di sfratti e di sofferenze. Non poteva che iniziare così il racconto di ciò che sta accadendo nel centro storico di Lecce, in Vico delle Giravolte, dove una trentina di donne e uomini immigrati hanno ricevuto ordine di sfratto dal loro stabile nel quale vivevano. Si tratta di abitazioni di proprietà delle Suore Benedettine, ricevute in donazione nel 2004 dalla “Mara”, transessuale leccese scomparsa in quell'anno, e nelle quali da più di vent'anni vivono decine di persone pagando regolarmente l'affitto. Quegli stabili però sono, sotto il profilo igienico-sanitario e strutturale, invivibili e pericolosi. Per questi motivi, già nel 2010 fu emanato un ordine di sfratto al quale non fece mai seguito la sua attuazione.

Dopo due anni invece a quell'ordine è stata data esecuzione e ad oggi, nonostante le proroghe già ottenute, ci sono persone sole e famiglie alla disperata ricerca di un alloggio. Come spesso accade in questi casi, il lavoro delle associazioni sta dando i suoi frutti. Quasi tutte le persone e le famiglie interessate hanno trovato una sistemazione alternativa, ma il problema è solo temporaneamente rimandato. Le strutture messe a disposizione dall'associazione “Integra”, dalla Comunità Emmaus e la struttura del monastero di San Giovanni Evangelista rappresentano infatti delle soluzioni solo temporanee (un paio di mesi) e non definitive. Ciò che risulta dal lavoro svolto finora è che il mondo dell'associazionismo sta provando a risolvere l'ennesima patata bollente in tema di politiche abitative nelle mani del Comune di Lecce. Il nodo fondamentale, infatti, riguarda la totale assenza di sensibilità nei confronti del tema della casa, tante volte richiamato dalla stampa e dalle cronache che hanno raccontato situazioni di drammatico disagio vissute dai cittadini. Sorge spontaneo domandarsi che tipo di idea dell'abitare abbia un'amministrazione che in presenza di un ordine di sfratto risalente a due anni fa non riesce a trovare una soluzione per tempo e debba invece affidarsi al supporto ed al lavoro delle associazioni per offrire soluzioni precarie e temporanee in una difficoltà ampiamente annunciata.

Dopo diverse riunioni, tra i responsabili dell'Assessorato ai Servizi sociali del Comune e le18 famiglie di immigrati che avrebbero dovuto sgomberare i locali, pare si sia trovato un accordo durante quella del 18 settembre, nella quale ha avuto un ruolo decisivo Daisy Adasha, mediatrice culturale molto conosciuta e apprezzata in città. La soluzione si è trovata nell'individuazione di circa dieci alloggi, per i quali sono già stati firmati dei pre-contratti. Rimane in piedi il problema per una famiglia marocchina, il cui figlio frequenta l’università di Lecce, che dovrebbe restare per seguire le lezioni, e per cinque senegalesi. Anche se per questi ultimi l’associazione Integra ha trovato un residence costituito da sette monolocali. Gli incontri continueranno anche per verificare la situazione delle Giravolte.

Quella che si è svolta è una storia annunciata esattamente come quelle che coinvolgono tante persone e tante famiglie le quali, strangolate dalla crisi economica e dalla perdita del lavoro, non riescono più a sostenere i costi dell'affitto sempre più alti. Situazioni che si verificheranno sempre, finché le politiche abitative saranno solo gestione delle emergenze e non tutela del diritto alla vita, alla salute ed alla sicurezza di tutti i cittadini.



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