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Per una decrescita selettiva del Pil

Data: 03/10/2012
Categoria: News CSV Salento

Lo ha auspicato Pallante al convegno conclusivo del Forum provinciale "Futuri sostenibili". Russo: "Non ci interessa essere la coccarda appuntata al petto di questo o quel sindaco, vantiamo la nostra autonomia anche nella costruzione dei Beni comuni"

Il volontariato salentino non ci sta ad essere strumentalizzato dalla politica e rivendica la sua indipendenza nella costruzione dei Beni Comuni. È questo il messaggio lanciato durante il convegno “Ambiente: risorsa economica o Bene Comune? Esperienze di sostenibilità” sabato 29 settembre 2012 a Tricase in occasione del VI Forum provinciale del volontariato organizzato dal CSV Salento “Futuri sostenibili”. «Non ci interessa essere la coccarda appuntata al petto di questo o quel sindaco, vantiamo la nostra autonomia anche nella costruzione dei Beni comuni – ha dichiarato Luigi Russo, presidente del Csv Salento. Il modo giusto per fare politica è costruire assieme le politiche, nessun amministratore può seriamente pensare di riuscire a costruire politiche rispondenti ai bisogni di cittadini senza il contributo civico di tutti». Un esempio tra tutti è costituito sicuramente dalla creazione della discussa strada statale 275: “opera-spreco”, avallata dalla politica ma contrastata con tante iniziative di protesta dai cittadini cui si aggiunge la Maglie-Otranto, con tutti gli alberi secolari di ulivo a rischio. Di stringente attualità, inoltre, la questione rifiuti, con 15 comuni salentini commissariati dalla Regione e l'emergenza tumori nel Salento dovuta alle emissioni di polveri inquinanti. E ancora il problema dei depuratori, che continuano a versare reflui in mare; o le coste devastate dall'abusivismo e ultimo, ma di grande importanza la lotta per evitare che i fondali marini vengano martoriati dalle trivelle in cerca di petrolio. Per tutto questo è stata la società civile a chiedere rispetto, a mobilitarsi, quando ormai tutto era stato già deciso e comunicato solo all'ultimo momento. 
Una discussione di ampio respiro, quella del convegno conclusivo della prima tappa di “Futuri sostenibili”. «Abbiamo l'idea che la crescita di beni e servizi faccia crescere il Pil ma non è così. Noi non abbiamo bisogno di sviluppo ma di diminuire lo spreco. Non dobbiamo creare occupazione in senso generale, ma dobbiamo creare occupazione utile – ha dichiarato Maurizio Pallante, teorico della decrescita felice. La crescita crea occupazione? No, perché in un'economia fondata sulla crescita mette in moto una serie di meccanismi che producono consumo più che occupazione». Che il Pil non possa essere parametro di giudizio per valutare la stabilità e la salute di una nazione, infatti, Pallante lo ripete ormai da anni. Il consumo genera, inevitabilmente, sprechi e distruzione della natura. In questo meccanismo entra prepotentemente la cattiva politica che in nome del progresso, del benessere, ma soprattutto del guadagno, ha immolato il territorio e tutto quello che rientra nel Bene comune. Come in una lotta tra Davide contro Golia, i cittadini si scontrano con delle holding, dei gruppi molto più grandi di loro che agiscono solo per il profitto. Incuranti delle devastazioni. L'unione fa la forza, ed ecco che anche il Csv Salento è sceso in campo e ha fatto fronte comune per la tutela di ambiente e dignità.  
«La natura, le nostre risorse sono state requisite da alcuni. Acqua, aria, terra e fuoco sono i nostri beni comuni naturali. Dalla rivoluzione industriale in poi, queste risorse sono state espropriate, con la modernità comincia un processo di concentrazione del potere che piuttosto che dare di più a tutti ha tolto sempre di più a molti, fino ad oggi – è entrata nel dibattito Giovanna Ricoveri. Solo dalla denuncia e dalla resistenza nasce l'alternativa e il territorio è il punto di svolta di questa alternativa. Ma l'alternativa va costruita, noi dobbiamo chiedere la luna, il massimo, poi si fa la contrattazione e si vede dove si va a finire. I movimenti nel mondo ci sono ma come ogni nuovo modello ha bisogno di secoli per affermarsi e forse le generazioni che verranno godranno dei risultati delle fatiche e delle battaglie dei milioni di movimenti che ci sono al mondo».  Alternativa invocata da Ricoveri, che purtroppo stenta ad essere riconosciuta dalla classe politica, sorda alle richieste dei cittadini. 
«I governi, locali, provinciale e regionale non hanno fatto nulla: la situazione che abbiamo registrato da Visti da noi a oggi, nell'arco di un anno, è nettamente peggiorata – ha affermato Russo. In questo ultimo anno mi chiamano i sindaci. Non vogliamo solo correre per salvare vogliamo proporre un nuovo modo di pensare e fare lo sviluppo». Le grandi opere che nell'immaginario comune sono alla base della crescita non sono la soluzione, che va invece ricercata in un nuovo modo di vedere e vivere il bene comune. «L'unica soluzione è la decrescita selettiva del Pil, la riduzione degli sprechi. La decrescita è l'unico modo per contrastare lo sviluppo devastante di questo territorio – ha concluso Pallante. Il manifesto "sviluppo del Mezzogiorno" ha creato la devastazione di questo territorio: non si dovrebbe parlare proprio di un nuovo modello di sviluppo, ma di una economia diversa, basata sulla riduzione degli sprechi e sull'occupazione utile». 



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