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Adozioni, Strasburgo boccia la legge italiana

Data: 11/10/2012
Categoria: Altre News

Secondo la Corte Europea l'Italia tutela in modo assoluto il diritto all'anonimato della madre senza considerare quello del figlio a ricostruire la propria identità

La Corte di Strasburgo boccia l'Italia sulla legge relativa alla norma sulla segretezza rispetto ai figli adottivi. Con la sentenza del 25 settembre 2012, infatti, la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha sancito la contrarietà alla Convenzione di una norma che vieta ad un soggetto abbandonato dalla nascita a conoscere le circostanze nelle quali è venuto al mondo e anche l’identità della madre. Il vulnus della questione risiede nel diritto dei figli adottati a conoscere le proprie origini e per questo ha condannato l’Italia che tutela in modo assoluto l'anonimato della madre. La necessità è quella di bilanciare il diritto della madre all'anonimato e quello del figlio ad apprendere un elemento importante della propria identità. In Italia, invece, la madre gode del diritto all'anonimato assoluto considerato, con la sentenza di Strasburgo, contrario all’articolo 8 della Convenzione europea che tutela la vita familiare e privata. Esiste, d'altro canto, il diritto del figlio adottato a poter ricostruire la propria identità. 

La sentenza è scattata in merito al caso di una donna abbandonata alla nascita e poi adottata dopo essere stata per un periodo in un istituto per bambini. Divenuta adulta ha cercato in ogni modo di conoscere il nome della madre e apprendere le circostanze in cui era venuta la mondo, ma nulla da fare, le autorità hanno sempre opposto un diniego. Ora, però arriva il riconoscimento del suo diritto dall’Europa, che ha condannato l'Italia a un risarcimento di 5mila euro (su 250mila richiesti). Secondo la Corte, infatti, le proprie origini integrano e completano proprio il diritto all’identità personale tutelato dalla Convenzione.



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