Legge di Stabilita', associazioni sul piede di guerra
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Le associazioni del sociale in piazza a Roma per la mobilitazione "Cresce il welfare, cresce l'Italia" del 31 ottobre, per contrastare i tagli previsti dal Governo

I testi ufficiali, relativi al disegno di legge di Stabilità, non sono ancora stati pubblicati, ma sono bastate le notizie trapelate finora per mettere in allarme la Fish, la Federazione italiana per il superamento dell'handicap e le associazioni, già sul piede di guerra per contrastare le decisioni governative. Il Consiglio dei ministri, con l'obiettivo di far rientrare nelle casse dello Stato circa 6,5 miliardi di euro, ha imposto tagli e riduzioni che colpiscono duramente soprattutto sanità e disabili.
Oltre all'aumento dell'Iva, che da luglio 2013 salirà al 22% e alle modifiche sull'Irpef (l'aliquota 23 per cento scenderà al 22,per redditi fino a 15mila euro, mentre quella del 27 arriva al 26 per cento per i redditi dai 15.001 ai 28mila euro), che comunque non segnerà vantaggi per i redditi più bassi e non migliorerà la condizione dei quasi tre milioni e mezzo di poveri in Italia; oltre ai possibili cambiamenti sull'Imu per quanto riguarda gli immobili "non commerciali", il disegno di legge annuncia delle novità per quanto riguarda le pensioni di guerra e invalidità, che saranno soggette ad Irpef.
Per quanto riguarda i tagli alla Sanità prospettati, si parla di una riduzione di un miliardo e mezzo di euro dal 2013, a carico del sistema sanitario nazionale, per il quale si diminuirebbe il tetto di spesa per l'acquisto di dispositivi medici, passando dal 4,9 al 4 per cento.
Mentre, più preoccuopanti sono i tagli che peseranno sulle spalle dei disabili: per la prima volta le provvidenze economiche riservate alle persone con disabilità vengono considerate come redditi imponibili, in più sono previste modifiche su chi usufruisce dei permessi previsti dalla legge 104 sull'assistenza a un famigliare disabile. Secondo il nuovo testo di legge, per i giorni di permesso (tre al mese) si prevede una diminuzione della retribuzione al 50 per cento a meno che non si tratti dello stesso dipendente della Pubblica amministrazione che usa il permesso per una sua patologia, o che si tratti di assistenza a figli o coniuge. In pratica, niente retrribuzione intera se il permesso dovesse servire ad assistere genitori disabili.
I tagli al Servizio sanitario nazionale comporteranno un’ulteriore calo qualitativo e quantitativo dei servizi. Per comprendere quanto vasto sia il settore interessato dal disegno di legge ecco alcuni numeri: sono 529 mila i lavoratori italiani che, tra settore pubblico (244 mila) e privato (285 mila), usufruiscono dei benefici della legge 104/92, grazie ai quali ci si può assentare dal lavoro fino a tre giorni al mese per assistere i propri congiunti con disabilità certificata.Decisamente più consistente la fruizione della normativa nel settore pubblico, dove la percentuale di beneficiari è del 7,4 per cento (sui 3,3 milioni di dipendenti totali), mentre nel settore privato la percentuale dei beneficiari (su quasi 20 milioni di lavoratori) è di poco superiore a 1,43 per cento: oltre cinque volte di meno.
Il parere che ne ha dato la Fish, sul disegno di legge è fortemente negativo. Il presidente, Pietro Barbieri parla di: "Sdegno e incredulità di fronte alle prime indiscrezioni sui tagli previsti". La preoccupazione sale soprattutto alla luce di un progressivo assottigliamento delle risorse destinate al sociale (da 2 miliardi e mezzo a 270 milioni di euro in 4 anni),che recherà: "Gravissimi effetti nei servizi alle persone con disabilità e ai non autosufficienti distruggendo una rete di protezione già estremamente esile". La Fish promette di farsi sentire. "Per contrastare questo clima e queste scelte la Fish ci sarà alla grande mobilitazione "Cresce il welfare, cresce l'Italia" del 31 ottobre prossimo a Roma alla quale hanno già aderito oltre 40 associazioni del sociale - si legge nel comunicato -. Una grande iniziativa di protesta e di proposta per chiedere a questo Governo e a chi lo sostiene di cambiare rotta: è profondamente sbagliato contrapporre welfare e crescita economica, anzi proprio il welfare rappresenta un motore di sviluppo per far ripartire il nostro Paese".
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