Il matrimonio gay da' dirittto al permesso di soggiorno
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In una nota del ministero dell'Interno si precisa che l'unione celebrata all'estero tra un italiano e un cittadino della Ue permette il suo riconoscimento come "familiare"
Se in Italia il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso è ancora una chimera, per il ministero dell'Interno dà diritto al permesso di soggiorno. Il matrimonio celebrato all'estero tra una persona straniera e un italiano permette il riconoscimento come “familiare” di un cittadino dell'Ue. La precisazione è contenuta in una nota diffusa dal Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'interno in cui si ammette la possibilità per uno straniero sposato con un italiano dello stesso sesso residente in Italia, di vedersi riconosciuto come “familiare” ai fini del soggiorno in Italia e, quindi, chiedere direttamente alla questura il rilascio del documento.
La nota n. 8996 del 26 ottobre è stata inviata alle questure di Firenze e di Pordenone, che avevano formulato quesiti su casi simili, riguardanti cittadini stranieri sposati in Spagna (dove il matrimonio omosessuale è ammesso) con italiani dello stesso sesso.
Una precisazione che, se da una parte uniforma la legge italiana alle norme del diritto comunitario (direttiva 2004/38/Ue recepita in Italia dal dlgs 30/07 e successive modificazioni), dall'altra sembra stridere con la recente bocciatura in Parlamento della legge contro l'omofobia. La commissione Giustizia della Camera ha infatti respinto con i voti dei rappresentanti di Pdl, Lega e Udc il testo base per una nuova legge contro l’omofobia e la transfobia, che prevedeva l’estensione della legge Mancino e che era stato adottato con i voti di Pd e Idv.
La legislazione europea a cui fa riferimento la nota del ministero mira a tutelare la libera circolazione in ambito Ue, in particolare il diritto dei cittadini europei e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. La nozione di famiglia cui si fa riferimento è quella stabilita dall'articolo 9 della Carta europea dei diritti dell'uomo, che individua in capo a ogni persona il diritto di sposarsi e costituire una famiglia.
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