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Affido familiare e collocamento in comunita', ecco le Linee guida nazionali

Data: 25/11/2012
Categoria: Altre News

In Italia i minori fuori famiglia sono quasi 30mila. In aumento soprattutto la presenza straniera. Presentato un documento congiunto da integrare alle linee operative dei territori

In aumento il numero dei minori fuori famiglia accolti nelle famiglie affidataria e nelle comunità dal 1998 al 2010. Il numero degli inserimenti in famiglia, infatti, è aumentato del 52%, mentre i collocamenti in comunità sono rimasti nel periodo pressoché pari a quelli registrati nel 1998. Oggi le due forme di accoglienza interessano, a livello nazionale, lo stesso numero di bambini: 14.528 in affidamento e 14.781 in comunità, per un totale di 29.309 minori interessati. È questo il dato più rilevante emerso dalla ricerca “Bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia di origine. Affidamenti familiari e collocamenti in comunità al 31 dicembre 2010” promossa dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e realizzata dall'Istituto degli Innocenti di Firenze. In occasione delle presentazione della ricerca sono state illustrate le Linee guida per l'affidamento familiare, un documento congiunto tra Governo, Regioni e Province autonome e Autonomie locali da integrare alle indicazioni e alle linee operative dettate sui territori. Le Linee guida sono uno strumento per  indirizzare, sostenere e disciplinare l'affidamento come modalità, condivisa e omogenea a livello nazionale, di tutela, protezione e intervento in favore del minore e si inseriscono all'interno del progetto nazionale “Un percorso nell'affido” avviato nel 2008 dal ministero in collaborazione con il Coordinamento nazionale servizi affido, il Dipartimento per le politiche della famiglia, il Centro nazionale e altri soggetti.

La ricerca evidenzia un aumento della presenza straniera sul totale dei minori fuori dalla famiglia di origine che passa da poco meno del 10% del 1998-1999 al 22% del 2010. I minori stranieri non accompagnati rappresentano il 4,4% del totale dei minori fuori famiglia e il 22% del totale degli stranieri presenti nei servizi residenziali familiari e socio educativi e nelle famiglie affidatarie. La maggior parte dei minori migranti “soli” (88%) è accolta in strutture residenziali.
Diverse le motivazioni che generano un ricorso all'accoglienza: il 37% dei bambini è stato allontanato per inadeguatezza genitoriale, il 9% per problemi di dipendenza di uno o entrambi i genitori, l'8% per problemi di relazioni nella famiglia, il 7% per maltrattamenti e incuria e il 6%, infine, per problemi sanitari di uno o entrambi i genitori. Spesso a queste problematiche relazionali interne alla famiglia si sommano difficoltà economiche, abitative e lavorative di uno o entrambi i genitori. Due le principali motivazioni della conclusione dell'accoglienza: il rientro nella famiglia di origine (34%) e il passaggio a un'altra accoglienza (34%). Il 7% trova sistemazione all'interno di una famiglia adottiva attraverso il collocamento in affidamento preadottivo, mentre l'8% raggiunge la vita autonoma. Il restante 17% è riconducibile a situazioni diversificate.

Un quadro certamente difficile, ma che non implica necessariamente la recisione dei rapporti e dei contatti tra figli e genitori. In comunità, ad esempio, il 74% dei bambini incontra periodicamente uno dei genitori (soprattutto la madre) tutte o quasi le settimane; il 42% rientra a casa propria il fine settimana oppure secondo altre modalità concordate; il 60% dei bambini in affidamento incontra almeno uno dei genitori tutte o quasi tutte le settimane.L'86% degli accolti ha un progetto educativo individualizzato. Nel caso dei bambini in affidamento il servizio sociale pubblico ha messo in campo specifiche attività di sostegno ai genitori nel 74% dei casi.

La situazione pugliese è stata elaborata in un rapporto presentato nei giorni scorsi dall'assessorato regionale al Welfare. 



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