In Puglia un accordo per il reinserimento sociale
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È stato sottoscritto nei giorni scorsi tra Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Csvnet Puglia e Conferenza regionale volontariato e giustizia per promuovere l’inserimento di volontari nell’esecuzione penale esterna di tutto il territorio regionale

È costante l’impegno del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria pugliese per rafforzare l’inserimento delle persone detenute in percorsi alternativi rispetto alla detenzione. Un percorso che spesso è auspicato ma altrettanto spesso è trascurato, soprattutto a causa dell’impegno che richiede da parte di tutti i soggetti potenzialmente coinvolti. È con questo spirito che nei giorni scorsi il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria ha sottoscritto un accordo con Csvnet Puglia e Conferenza regionale volontariato e giustizia, per promuovere l’inserimento di volontari nell’esecuzione penale esterna di tutto il territorio regionale. L’accordo tra i tre soggetti intende rafforzare e supportare i percorsi di rieducazione e di reinserimento sociale nel territorio di residenza degli adulti che scontano una condanna penale in misura alternativa alla detenzione. Il meccanismo è semplice: le associazioni di volontariato contribuiscono alla costruzione di progetti individualizzati di trattamento anche con l’obiettivo di contribuire alla sicurezza della collettività, grazie alla diminuzione del rischio di recidiva che un effettivo inserimento sociale porta con sé. Oggetto dell’accordo, quindi, è l’organizzazione delle attività di volontariato da svolgere sul territorio regionale in collaborazione fra organismi di volontariato e uffici locali di Esecuzione Penale Esterna (Uepe), mediante l’azione di coordinamento svolta dal tavolo permanente costituito presso il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria.
“Alla sottoscrizione dell’accordo operativo – ha spiegato Giuseppe Martone, provveditore regionale pugliese – si è giunti dopo un percorso di condivisione e di progettazione congiunta, avviato nel 2011 su impulso del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il percorso è partito dalla rilevazione dei bisogni della popolazione in esecuzione penale esterna e delle risorse del territorio, condotta da ciascun Uepe locale, per giungere alla programmazione partecipata, con le associazioni disponibili, degli interventi più opportuni per venire incontro a tali bisogni. La programmazione locale è stata poi integrata, rispettandone le specificità di merito, in un disegno di metodo omogeneo a livello regionale, relativo ai tempi di implementazione, alle modalità di ampliamento della rete, al percorso formativo congiunto e alle modalità operative per il successivo coinvolgimento dei singoli volontari nelle attività concordate”.
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