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Sud, maglia nera per poverta' e minori

Data: 11/12/2012
Categoria: Altre News

Secondo i dati diffusi da "Crescere al Sud", più della metà dei minori italiani che vivono in povertà assoluta sono nelle regioni meridionali

Sono stati presentati i preoccupanti dati del nuovo rapporto “Fare comunità educante: la sfida da vincere” di Crescere al Sud, la rete di associazioni e organizzazioni attive nel Mezzogiorno promossa da Save the Children e Fondazione con Il Sud. Più della metà degli under 18 che in Italia vivono in povertà assoluta sono nel Mezzogiorno (417 mila su 720 mila). Un dato importante se si considera che tra il 2010 e 2011 le famiglie con minori povere sono aumentate del 2 per cento.

Sempre secondo i dati di Crescere al Sud, nelle regioni meridionali la spesa sociale dei Comuni è la più bassa d'Italia con una media di 61 euro con picchi di 25 euro in Calabria contro i 282 dell’Emilia Romagna o i 262 del Veneto. A subire maggiormente povertà e disagio, le mamme con meno di 20 anni, presenti soprattutto al Sud. In media, inoltre, in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia solo 5 su 100 minori tra 0 e 2 anni sono presi in carico negli asili nido pubblici o nei servizi integrati. 

Il dato del rapporto tra povertà e minori si aggiunge a quelli diffusi dall'Istat su reddito e condizioni di vita nel 2011: in quell'anno il 28,4% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale. Una tendenza di rischio che è più elevata rispetto a quello medio europeo (24,2%), soprattutto per la componente della severa deprivazione (11,1% contro una media dell'8,8%) e del rischio di povertà (19,6% contro 16,9%). Una tendenza che aumenta, ancora una volta, nelle regioni del Mezzogiorno, in famiglie monoreddito, dove la fonte principale di reddito è da lavoro, sia dipendente sia autonomo, tra le coppie con figli, con almeno un minore, i monogenitori e le famiglie di altra tipologia, con membri aggregati. Il 19,4% delle persone residenti nel Mezzogiorno è gravemente deprivato, valore più che doppio rispetto al Centro (7,5%) e triplo rispetto al Nord (6,4%). Nel Sud l'8,5% delle persone senza alcun sintomo di deprivazione nel 2010 diventa gravemente deprivato nel 2011, contro appena l'1,7% nel Nord e il 3% nel Centro. 
L'indicatore deriva dalla combinazione del rischio di povertà (calcolato sui redditi 2010), della severa deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro ed è definito come la quota di popolazione che sperimenta almeno una delle suddette condizioni. Rispetto al 2010 l'indicatore cresce del 3,8% (era il 24,6% nel 2010) a causa dall'aumento della quota di persone a rischio di povertà (dal 18,2% al 19,6%) e di quelle che soffrono di severa deprivazione (dal 6,9% all'11,1%). 



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