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Basta con la propaganda anti-rom!

Data: 12/12/2012
Categoria: Altre News

La Cassazione ha condannato per razzismo un consigliere comunale di Trento che aveva attaccato pubblicamente la comunità rom e i suoi bambini 

Non c'è giustificazione alla propaganda anti-rom. Lo ha ribadito la Cassazione con la sentenza  47894 spiegando che è indice di razzismo e di atteggiamento “discriminatorio” parlare delle comunità rom in termini non proprio ortodossi, con tanto di invettiva. La Prima sezione penale della Cassazione si è così espressa in merito alla vicenda di un consigliere comunale di Trento, Emilio G., che in piena seduta, nell’ambito della discussione sulla disciplina dei servizi socio educativi, aveva sostenuto che i bambini rom non frequentavano le scuole, mentre la mensa risultava frequentata da tutti gli occupanti del campo. In questo modo, secondo il consigliere, esisteva un esborso economico per tutta la comunità. Alla dichiarazione sono seguite una serie di invettive contro l’etnia rom.

La Cassazione ha così annullato l'assoluzione prevista dalla Corte d’appello di Trento (maggio 2011) secondo cui, al di là dei concetti discriminatori, il consigliere non poteva essere bollato di razzismo, essendo mancata la verifica della propaganda dell’attività divulgativa svolta. Con quest'ultima sentenza, invece, è stato accolto il ricorso del pm di Trento che aveva sollecitato l’annullamento dell’assoluzione accordata al consigliere comunale sulla base del fatto che «anche una manifestazione isolata a connotazione razzista può costituire propaganda»e quindi essere passibile di condanna per istigazione all’odio razziale.



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