Un progetto internazionale per i bambini
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Fino al 2015 sono previsti forum internazionali e seminari in ogni naziona partecipante per approfondire il tema della povertà infantile e per avanzare proposte concrete in grado di aiutarli

Ha lo scopo di discutere ed intervenire sui problemi della povertà infantile il progetto “TFIEY Transatlantic Forum on Inclusive Early Years - Investire per lo sviluppo dei bambini che vivono in famiglie povere e/o immigrate” e si basa sulla collaborazione tra Europa, Stati Uniti e Canada. Fino al 2015 verranno organizzati forum e meeting internazionali durante i quali discutere su quali politiche, strategie, pratiche innovative possono incrementare le conoscenze e trasformarsi in servizi a favore dei bambini che vivono in famiglie a basso reddito, immigrati o che non hanno il necessario per crescere bene.
In questi giorni è in corso il primo dei sei meeting previsti, e si sta svolgendo a Ghent, in Belgio. Qui si sta facendo il punto sullo stato dell’arte dei servizi alla prima infanzia, sulle potenzialità, le criticità e i bisogni, nei diversi paesi presi in esame. Propedeutico a questo incontro è stato il seminario svolto a Torino, voluto dalla Compagnia di San Paolo, uno dei soggetti coinvolti.
«Oltre ai sei forum internazionali sono previsti altrettanti eventi nazionali di riflessione - spiega Marzia Sica, program manager della Compagnia di San Paolo - ci saranno anche incontri di studio con operatori dell’area prima infanzia, per approfondire e disseminare idee e proposte con diversi strumenti comunicativi per condividere le conoscenze». Ogni incontro internazionale sarà preparato da un evento nazionale, dove si indicheranno gli aspetti che saranno oggetto di confronto con gli altri partecipanti.
Per l’Italia, la Compagnia di San Paolo si avvale della collaborazione scientifica della Fondazione Zancan di Padova. «In questo primo evento in Belgio ci si concentrerà sulle diverse condizioni di accesso ai servizi per la prima infanzia, le barriere, i bisogni dei bambini, in particolare quelli più poveri, e quali risposte riescono a trovare - sottolinea il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato -. Il progetto offre una preziosa opportunità per il nostro paese: le proposte che emergeranno saranno un contributo all’innovazione, proprio in un momento in cui le grandi difficoltà che stiamo vivendo porterebbero a pensare il contrario. Non si può continuare a lasciare la prima infanzia in un cronico deficit di attenzioni sociali e istituzionali. Significherebbe continuare a non coltivare la vita».
A livello nazionale sarà anche avviato uno studio su “Povertà e deprivazione infantile: barriere alla speranza di crescere”. Coinvolgerà assistenti sociali, pediatri e volontari attivi nell’area della prima infanzia, per capire chi sono i bambini che vivono in condizione di povertà e deprivazione e come i loro genitori riescono a prendersi cura di loro. L’obiettivo è capire cosa è più efficace per aiutarli, quali sono gli esiti prioritari da perseguire, come non disperdere le risorse a disposizione e meglio finalizzarle.
Il progetto è coordinato dalla fondazione King Baudouin Foundation e coinvolge: Jacobs Foundation (Svizzera), Fundação Calouste Gulbenkian (Portogallo), Lego Foundation (Danimarca), Bernard Van Leer Foundation (Olanda), Universal Education Foundation (Olanda), Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo (Italia), Foundation for Child Development (Usa), California Community Foundation (Usa), Atlantic Philantropies (Usa).
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