Muretti a secco con la roccia di Torcito
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Secondo l'associazione Italia Nostra il motivo dello sbancamento della collina è ricavarne pietre per costruire i tradizionali muri di campagna e chiede giustizia per i danni irreversibili causati

Sigilli nel parco di Torcito, a Cannole, dopo lo scempio compiuto nei giorni scorsi. I carabinieri di Maglie e gli uomini della Forestale di Otranto hanno sequestrato preventivamente il cantiere per dar luogo alle indagini.
Intanto sull'accaduto è intervenuta l'associazione Italia Nostra che, per voce del suo presidente, Marcello Seclì, ha così commentato: «La collina sbancata a Torcito? La roccia forse doveva essere riutilizzata per la costruzioni dei muretti a secco previsti nel progetto. Ma scavando direttamente il terreno la dittaavrebbe potuto risparmiare sui materiali».
Il Comune di Cannole congiuntamente alla Provincia di Lecce, proprietaria del parco, hanno sospeso i lavori della ditta Intini Source spa, unica partecipante e vincitrice del bando per la “valorizzazione delle potenzialità turistiche della Masseria Torcito” e per la gestione sino 2030. Le forze dell'ordine hanno inoltre denunciato gli ingegneri dell'impresa, per violazioni paesaggistiche e deturpamento del patrimonio naturale.
Alcuni ambientalisti si erano accorti di quello che stava succedendo in quella zona e hanno cercato di testimoniarlo scattando delle foto. A queste è seguita subito una lettera di segnalazione alla Regione Puglia, alla Provincia di Lecce e al Comune di Cannole, oltre che ai carabinieri e alla forestale.
«Torcito doveva diventare il fiore all'occhiello della Provincia – ha dichiarato Seclì – ma ora, per colpa di una precisa volontà di distruggere il territorio,quei luoghi sono compromessi per sempre».
L'Amministrazione provinciale aveva sottoscritto con la ditta un accordo nel quale si diceva chiaramente: «Non sono consentiti movimenti di terra (sbancamenti, sterri, riporti) che modifichino in maniera significativa l’attuale assetto geomorfologico d’insieme, al fine di conservare nel contempo l’assetto idrogeologico complessivo delle aree oggetto d’intervento; l’andamento orografico delle aree interessate dagli interventideve essere coincidente con la morfologia del terreno esistente; tutti gli interventi previsti devono essere compatibili con il mantenimento/ripristino della sosta e della presenza di specie faunistiche autoctone».
Tutto rimasto solo nero su bianco. La collina è stata danneggiata, e non può porre rimedio la clausola fideiussoria sottoscritta dalla società a garanziadel progetto e degli accordi con la Provincia.
Proprio per il danno irreversibile, Italia Nostraoltre alla denuncia a carico dei tecnici della ditta chiedono di più: «Questa gente dovrebbe essere arrestata. Fa bene la Provincia di Lecce a prendere le distanze da un atto criminale e volontario. Ci aspettiamo che il presidente Gabellone ora revochi il bando alla società – attaccano dal direttivo di Italia Nostra – Certo, forse qualche controllo in più non sarebbe guastato. Ma in fondo chi si aspettava che potesse accadere una cosa simile?»
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