Welfare, in cinque anni forti decurtazioni
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L'indagine della Spi - Cgil denuncia una situazione al limite: tagli per il 75 per cento delle risorse stanziate per il sociale, mentre non calano le entrate tributarie

Meno risorse per le politiche sociali. A denunciarlo è la Spi-Cgil che nella sua indagine ha sottolineato che negli ultimi cinque anni ci sono stati tagli pari al 75 per cento delle risorse complessivamente stanziate dallo Stato per il Welfare.
"Siamo all’anno zero del welfare.Nei comuni calo della spesa per i servizi del 3,6%" - hanno dichiarato dal sindacato. Nello studio presentato si legge che "Il Fondo per le politiche sociali, che costituisce la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, ha subito la decurtazione più significativa, passando da una dotazione di 923,3 mln di euro a quella di 69,95 mln; mentre il Fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione finanziaria nel 2010 era di 400 mln di euro è stato del tutto eliminato dal governo Berlusconi e non è stato rifinanziato dal governo Monti nonostante le reiterate promesse in tal senso.
Ulteriori decurtazioni di risorse sono state apportate al Fondo per le politiche della famiglia (da 185,3 mln a 31,99 mln) e a quello per le politiche giovanili (da 94,1 mln a 8,18 mln)". L'analisi è stata svolta anche a livello locale, la musica però non cambia: "Nei comuni italiani si è registrata una diminuzione della spesa per i servizi sociali in senso stretto nel 2012 del 3,6 per cento. Del 6,8 per cento è stata invece la diminuzione di risorse stanziate per il welfare allargato (servizi sociali, istruzione, sport e tempo libero), con punte dell’11% rilevate in diverse zone del Mezzogiorno. Più contenuta è stata la riduzione a carico delle spese per l’amministrazione generale (auto-amministrazione, costi della politica), che si è attestata al 2,9 per cento".
Diminuiscono le risorse per i servizi di assistenza ma non calano le entrate tributarie, aumentate nel 2012 del 9,5 per cento: "Il gettito derivante dall’addizionale comunale Irpef è aumentato del 7,8 per cento. Nei comuni del Mezzogiorno tale aumento è stato del 9,3 per cento mentre in quelli del Centro-nord è stato dell’8,2 per cento. La tassa sui rifiuti ha mostrato invece aumenti medi pari a circa il 4,2 per cento ma se si considera il quinquennio 2008-2012 il trend supera mediamente il 35 per cento. Al sud tali aumenti sono stati mediamente del 4,9 per cento mentre al centro-nord del 3,1 per cento. In termini di spesa a valori costanti nei comuni italiani nell’ultimo quinquennio la spesa corrente prevista è diminuita del 10,9 per cento mentre le entrate tributarie sono aumentate del 6,7 per cento".
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