Le Asl contro la violenza sui minori
Categoria: Altre News
Dai dati diffusi dal "Progetto Gaia" i minori che hanno subito violenza in provincia di Lecce sono 218. Questa potrebbe essere solo la punta di un iceberg, ecco perchè l'Asl punta a potenziare i controlli

La Asl di Lecce contro gli abusi e i maltrattamenti dei bambini.
Dopo la diffusione del dato sui 218 casi di violenza sui minori registrati in provincia di Lecce l'Asl di Lecce si è posto l'obiettivo di allargare ancora di più la rete di referenti sanitari includendo anche i medici generici e quelli della guardia medica. Le rilevazioni effettuate rientrano nel "Progetto Giada" partito nel Policlinico di Bari nel 2000 ed esteso a tutte la Asl pugliesi. Proprio gli ospedali, i pronto soccorso, possono avere il polso della situazione riguardo la violenza subita dai bambini. Sono le strutture mediche che accolgono per le prime cure i bambini maltrattati.
Le violenze che i minori subiscono sono di diverso tipo: violenza assistita; sessuale; trascuratezza emozionale; maltrattamento fisico o psicologico. A destare maggiore preoccupazione sono i dati relativi agli autori degli abusi: nel 90% dei casi la violenza avviene nelle relazioni intrafamiliari; l’8% di abusi avviene da parte di parenti vicini al nucleo familiare e solo il 2% riguarda gli estranei. Dai numeri forniti dai medici, inoltre, si è visto che sono in aumento i maltrattamenti da scuotimento, ossia quando i bimbi vengono ripetutamente e violentemente strattonati.Inutile dire che in questo modo oltre alle lesioni fisiche subisconoanche danni psicologici.
Ciò che notano i medici è che questi casi riguardano l’età pediatrica, mentre per i bimbi più piccoli c'è un sommerso. Ecco perchè la Asl di Lecce ha deliberato il rafforzamento della rete sanitaria per la diagnosi precoce e la cura delle diverse forme di abuso dell’infanzia.
«La Regione Puglia è molto avanti nelle politiche di cura e prevenzione degli abusi, anche perché in molte realtà territoriali, non solo del Sud, l’argomento è ancora sotto traccia – spiega la dottoressa Maria Grazia Foschimo Barbaro, psicologa al Policlinico Giovanni XXIII di Bari e promotrice del "Progetto Giada" –. L’avvio di questo progetto ha permesso di creare una rete disorveglianza sanitaria, in tutte le Asl della Regione, perché l’obiettivo è di riuscire a comprendere il fenomeno prima che sia troppo tardi. Per far questo èstato necessario formare il personale referente che impegna diverse figure professionali: ginecologi, pediatri, psicologi, radiologi, medici del Pronto Soccorso.Dobbiamo considerare che spesso i bambini più piccoli non sono in grado di riconoscere la violenza come tale e quindi molto importante che personale specializzato possa interpretare nella giusta ottica i segni comportamentali o, quando purtroppo accade, quelli fisici».
Gli “angeli custodi” dei bambini abusati sono presenti in tutte le Asl della Regione Puglia.
«È un progetto nobile – valuta il direttore sanitario della Asl di Lecce, Ottavio Narracci – attivo già daalcuni anni, finanziato dalla Regione per quel che riguarda la formazione del personale. Abbiamo deciso di rafforzare la rete degli operatori di questa rete sanitaria perché crediamo sia moto importante arrivare prima che sia troppo tardi». La Asl di Lecce partirà subito con l'allargare ancora di più la rete di referenti sanitari includendo anche i medici generici e quelli della guardia medica; presto in ospedale ci sarà anche anche il facilitatore: un assistente sociale, in forze al consultorio familiare, che per alcune ore al mese deve esserepresente in ospedale per facilitare l’integrazione tra ospedale e territorio.
Torna all'elenco delle notizie