Il comitato "No tap" scuote la politica
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Mentre tutti i politici sono impegnati a seguire la campagna elettorale il progetto della Tap va avanti in silenzio. Il Comitato alza la voce e chiede un intervento per scongiurare il rischio catastrofe

Non trovano pace i fondali e le coste adriatiche. Rimane ancora alto il rischio trivelle e la politica non interviene.
Ad non spegnere i riflettori ci pensano gli ambientalisti del Comitato "No tap" che lancia l'allarme: «Tap spadroneggia mentre la politica èimpegnata in campagna elettorale. Sono due le navi presenti nello specchio d’acqua di San Foca ed è in arrivo una terza –fa sapere il Comitato –dei gusci di noce se confrontate alle navi posa-tubi che arriveranno lungo la nostra costa se il progetto sarà approvato. I danni registrati in questi due mesi di sondaggi simoltiplicheranno – prosegue - I salentini che con coraggio hanno firmato la petizione e inviatoosservazioni non contano niente in questa forma moderna di colonizzazione?».
Chi dovrebbe intervenire, ossia la politica, non lo fa e intanto prosegue in silenzio il progetto della Trans Adriatic Pipeline (Tap), al vaglio del Ministero dell’Ambiente italiano, con cui la società mira a realizzare un gasdotto per il trasporto del gas dall’Azerbaijan fino alla costa di San Foca.«Cosa ne pensa la politica? Vogliamo una risposta chiara – prosegue il Comitato - i candidati devono esprimersi a favore o contro il progetto!».
Sulla costa di San Foca proseguono i sondaggi per l’aggiornamento del progetto da presentare al Ministero. Tra qualche mese è prevista poi la decisione del Consorzio Saha Deniz, che dovrà scegliere la forma di trasporto del gas: attraverso il progetto Tap o al Nabucco West, il cui percorso raggiunge invece il Centro Europa. «Il Salento è solo un punto di passaggio per trasportare il gas a buon mercato in Europa – denuncia ancora il Comitato – Nel Salento e in Italia resteranno i danni, quelli legati al terminale di ricezione, che funzionerà per 1600 ore l’anno e che potrebbe essere collocato a poche decine di metri dal sito archeologico di Acquarica, quelli sulla scogliera che Tap dice di voler generosamente rinforzare e restituire alla balneazione. Il caso di Porto Miggiano non ha insegnato niente? Sul terreno resterà poi una cicatrice larga 100 metri e lunga 5 km».
Poca chiarezza e informazione sul progetto per la popolazione: è un altro limite che il Comitato addita all'azienda. Solo qualche giorno fa si è avuto un incontro in Confindustria, ma con una decina di operatorituristici. «Gli operatori non iscritti a Confindustria non riuscirebbero a sedere intorno ad un tavolo di appena dieci posti, perché molto più numerosi – spiega il Comitato – e poi le migliaia di persone che hanno firmato la petizione contro il progetto non contano nulla? Al tavolo di confronto manca un interlocutore fondamentale, la politica».
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