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La Lila lancia la sua "campagna elettorale"

Data: 13/02/2013
Categoria: Altre News

Il messaggio che si vuole lanciare è: "Fermiamo l'Hiv, non le persone sieropositive". La Lila incalza la politica e ricorda che l'Italia non contribuisce al Fondo globale per la lotta all'Aids

Partita la "campagna elettorale" della Lila, la Lega italiana per la lotta contro l'Aids. La campagna si chiama "Voteresti per me se avessi l'hiv?". Il messaggio che si vuole lanciare è: "Un presidente del Consiglio con l'Hiv avrebbe vita dura in Italia. Fermiamo l'Hiv, non le persone sieropositive". 

Sono molte le associazioni che in questo periodo lanciano i propri appelli ai candidati per le prossime elezioni politiche, per chiedere maggiori attenzioni. Anche la Lila segue l'esempio e rivolge otto domande ai leader delle principali forze politiche, protagonisti di una galleria di immagini, dove verranno rappresentati con una scritta che accompagna il loro volto, come nei manifesti elettorali: “Voteresti per me se fossi sieropositivo?” E un sottotitolo: “Fermiamo l'Hiv, non le persone con l'Hiv”.

”In Italia – si legge in una nota - è difficile che una persona che vive con l'Hiv possa diventare presidente del Consiglio. Perché non potrebbe viaggiare nei molti Paesi che ancora impongono il test Hiv negativo in entrata, pena la deportazione. Perché il suo ministro degli Esteri dovrebbe dimenticare che da anni ormai l'Italia, unico Paese del G8, non versa un euro al Fondo globale di lotta a Aids, Tubercolosi e Malaria. Mentre i ministri della Salute e dell'Istruzione dovrebbero continuare a cancellare la parola preservativo in ogni iniziativa pubblica. Il ministro alle Pari Opportunità dovrebbe chiudere gli occhi di fronte alla sottrazione dei diritti delle persone omosessuali, e quello della Giustizia continuare a ignorare che le carceri stanno scoppiando grazie anche a leggi repressive per i consumatori di sostanze, a cui vengono negate politiche di riduzione del danno che proteggono la salute (di tutti) oltre a salvare vite umane. Il ministro del Lavoro invece dovrebbe sopportare le sempre più numerose richieste di test Hiv a dipendenti o aspiranti tali, mentre il ministro della Difesa dovrebbe continuare a sostenere che anche i ragazzi che si vogliono iscrivere ai licei militari devono prima presentare un certificato di negatività all'Hiv, come tutti coloro che vogliono accedere a un qualsiasi bando, per la ferma volontaria come per l'arruolamento di medici, psicologi, suonatori di trombone o canoisti. Sì, un presidente del Consiglio con l'Hiv avrebbe vita dura in Italia. Come dura, in Italia specialmente, è la vita per decine di migliaia di persone sieropositive”.

In questa lotta contro  stigma e discriminazioni la Lila non vuole sensibilizzare solo la politica, ma intende coinvolgere anche tutti i cittadini, gli elettori, per incoraggiarli a cambiare il proprio comportamento verso le persone con Hiv.  Gli argomenti sono raccomandazioni delle Agenzie internazionali, dell'Onu, della Commissione europea. Documenti che l'Italia ha sottoscritto, di organizzazioni di cui l'Italia è membro, impegnate in azioni in cui il nostro Paese è tenuto a fare la sua parte.

Le domande della Lila ai leader politici, su preservativi, stigma, discriminazione sul lavoro, omofobia, consumo di sostanze, Fondo Globale, cercano ancora una volta di rompere il muro dell'indifferenza delle istituzioni politiche. 



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