L'amore non ha barriere
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Nel giorno di San Valentino, dedicato agli innamorati nel web si possono trovare storie di chi è andato oltre all'apparenza e ha scelto di vivere la propria passione, nonostante le difficoltà
Cosa è che lega Marco ed Anna, lui 20enne disabile, di Roma e lei 17enne di Udine? Cosa fa stare insieme, contro tutti, Dorotea e Luca, diventato paraplegico dopo un incidente stradale? L'unica ragione è l'amore. Quel qualcosa che ancora è completamente sconosciuto all'umomo, nonostante in suo nome siano stati fatti ragionamenti, studi e si siano versati fiumi d'inchiostro. L'amore è rivoluzionario, non ha confini e soprattutto non ha barriere.Di nessun tipo. E se fino a qualche tempo fa i disabili hanno subito discriminazioni anche nella possibilità di vivere appieno e di raccontare le proprie emozioni è arrivato il momento di riscattarsi.
Tutti hanno il diritto di vivere un amore, il tema nel giorno di San Valentino è affrontato su diversi siti, quali www.superabile.it e che sarà argomento di discussione anche sull'omonimo magazine dell'Inail.
On line da circa un anno è anche il sito "Loveability", creato da Maximiliano Ulivieri, che ha fatto della libertà di amare e di essere amati delle persone disabili la sua mission di vita. Nel sito Loveability si possono trovare storie, opinioni e testimonianze delle persone direttamente interessate.
Il nome di Ulivieri è noto grazie anche alla petizione che ha lanciato riguardo l'istituzione in Italia della figura dell'assistente sessuale per i disabili, assente nel nostro Paese ma presente in altre Nazioni europee.
«L’idea di creare Loveability mi è venuta dopo aver raccontato per anni le mie avventure sessuali e sentimentali all’interno del mio blog personale – ha raccontato Ulivieri a SuperAbile Magazine –. E mentre io condividevo le mie esperienze, molti mi scrivevano per confidarmi le proprie storie. Così ho deciso di realizzare un contenitore di testimonianze aperto, dove fosse possibile raccontarsi e confrontarsi».
Disabili e sessualità: un tema che ha sempre creato forti dibattiti e che spesso si sono risolti nel silenzio, perchè è più semplice non vedere o magari negare per paura di non sapere come comportarsi. Non è nemmeno facile la posizione dei genitori: dei disabili, che spesso con il loro senso di protezione tendono a soffocare i bisogni dei figli, per paura di vederli soffrire; o di chi si innamora di un disabile, perchè non riesce a capire quale sia la reale felicità e il bene per il figlio. La scommessa di Loveability è anche quella di sfatare un tabù di quelli duri a morire: «Voglio far capire a tutti quanta normalità ci sia nell’avere un rapporto sentimentale e sessuale con una persona disabile – spiega Ulivieri a SuperAbile Magazine –. Sotto questo aspetto esiste una grande ignoranza, intesa nel senso letterale del termine: si ignora, cioè, che vivere con un partner con disabilità può essere diverso, ma ugualmente soddisfacente».
Spesso le parole non bastano a sensibilizzare, e dove non riescono loro, arriva la settima arte in soccorso. Il cinema, con la sua capacità di far immedesimare gli spettatori con i protagonisti. Proprio nei prossimi giorni uscirà il film di Ben Lewin “The session” dove il protagonista è un uomo disabile costretto a ricorrere a una “terapista sessuale” per liberarsi della sua verginità (in Italia da giovedì 21 febbraio). Ecco un frammento della conversazione dei protagonisti nel film: «Scusa, ma tu come fai con il sesso?» chiede Marika, un po' timorosa, al suo amico disabile. «Dopo questa confessione probabilmente non vorrai più parlarmi – risponde Massimo – ma devo dirti che, da tempo, mi rivolgo alle prostitute». «Dopo l'incidente che mi ha reso paraplegica, mio marito non riesce più a toccarmi, ha paura di farmi male». «I genitori della mia ragazza non mi accettano per la mia disabilità, si chiedono che avvenire potrò offrire alla loro figlia».
Intanto Ulivieri porta avanti la sua petizione per l’affermazione della figura dell’assistente sessuale: «In Svizzera, per esempio, vengono organizzati corsi professionali per preparare gli addetti alla sexualassistenz. Si tratta di corsi di 600 ore tenuti da psicologi, medici, sessuologi – prosegue –. Da noi, invece, esiste un’associazione moralistica tra assistenza sessuale e prostituzione, ma sono due cose completamente diverse perché questo tipo di corsi formano dei terapisti veri e propri».
Per ulteriori informazioni collegarsi al sito Lovegiver.it.
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