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Azzardo online: Italia record giocate

Data: 20/02/2013
Categoria: Altre News

Articolo denuncia sul Corriere della sera: in Italia ci sono trecentonovantuno siti internet operativi e nel 2012 gli italiani hanno speso 15 miliardi e 406 milioni. Cifre record in Europa

Un articolo pubblicato sul Corriere della sera denuncia l'alto numero delle bische online, considerate come la nuova frontiera del gioco d'azzardo. 
In Italia i siti Internet operativi sono trecentonovantuno: "Intestati a una quantità incredibile di società, molte delle quali controllate da soggetti con base a Cipro, Malta, Gibilterra, come la Bwin sponsor del Milan; Olanda, Gran Bretagna, Austria eSan Marino". Ovviemente, attratte dall'ingente quantità di soldi che circolano le organizzazioni criminali non potevano restarne fuori. 

In un periodo di crisi, il gioco è un settore che non accusa perdite. "Abbiamo meno dell'uno per cento della popolazione mondiale e il 22 per cento del mercato globale dei giochi online" - si legge nel comunicato stampa diffuso da Netmediacom e che riporta i risultati di uno studio del portale Netbetcasino.it. 

Nonostante vengano ripetuti con costanza gli avvertimenti «il gioco può causare dipendenza», e «giocare con moderazione», nel 2012 gli italiani hanno speso 15 miliardi e 406 milioni. Una cifra molto alta verso la quale non regge il confronto della spesa in Francia: 9 miliardi 408 milioni e in Inghilterra con 3 miliardi appena; gli spagnoli si fermano a 2 miliardi 354 milioni.

"È un settore economico in cui il nostro Paese fa da traino al resto d'Europa" - affermano gli autori dello studio, sottolineando come: "il fatturato del gioco d'azzardo abbia surclassato in un solo anno quello di 12 miliardi dei viaggi online, e proceda spedito nel 2013 verso i 18 miliardi".

Il dato sconcerta se si paragona a quello riguardante l'impoverimento degli italiani, così come riportato nell'articolo: "Fra il 2001 e il 2011 il Prodotto interno lordo pro capite a prezzi costanti, considerando cioè anche l'inflazione, è diminuito in Italia del 3,8%. In valore, 946 euro. Nell'area dell'euro è stato il peggiore risultato in assoluto. Solo in un altro Paese la ricchezza reale prodotta da ciascuno è calata: il Portogallo, dove però è scesa dello 0,9 per cento. La Germania ha messo a segno un +12,3%. La Francia e la Spagna, +4,7. L'Austria, +13,1. Perfino la Grecia, nell'arco di quegli undici anni, ha visto crescere la ricchezza individuale dell'8%". Paradossalmente l'Italia risulta essere il Paese con un gap digitale molto più marcato rispetto agli altri Paesi. Secondo i dati Eurostat: "gli italiani fra i 16 e i 74 anni che non hanno mai aperto una pagina Internet sono il 37%. Peggio c'è solo Cipro (36), Bulgaria (42), Grecia (42) e Romania (48). Per quanto riguarda la diffusione dei collegamenti Internet nelle abitazioni, l'Italia ha il 63%, contro una media del 76% dell'Unione europea, di poco sopra Portogallo (61), Cipro e Lituania (62). Anche la percentuale sulle carenze dell'infrastruttura informatica è alta (le pubbliche amministrazioni non hanno lo sportello unico per le imprese e secondo la Confartigianato solo 541 Comuni su 8.092 garantiscono le pratiche via web). Intanto le stesse amministrazioni danno le autorizzazioni per le bische elettroniche. 
In diretto rapporto si collocano anche i dati sull'impoverimento culturale: aumentano gli abbandoni scolastici e diminuiscono le iscrizioni all'università, l'Italia registra la metà dei laureati rispetto alla media europea. 

Fa riflettere il dato relativo alle banche, anch'esse coinvolte, l'articolo riporta che: "La Mpventure, posseduta in maggioranza dal Monte dei Paschi di Siena, controlla il 40% di Neomobile spa, proprietaria di Neomobile gaming (www.casinoplanet.it); Intesa Sanpaolo è presente in forma indiretta (insieme con Generali e Palladio finanziaria) nel capitale della Snai; un consigliere di amministrazione di Unicredit è invece presidente della Cogetech (www.maxipoker.it, www.virginpoker.it, www.runneropoker.it) e altri sei siti".

La lista è ancora molto lunga e presenta anche nomi di spicco. Unica nota positiva: Poste italiane avevano chiesto e ottenuto la concessione per i giochi online, poi hanno fatto dietro front. 



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