Cerca nel sito:  

Fondazione Isal, appello ai candidati

Data: 22/02/2013
Categoria: Altre News

La legge contro il dolore cronico, la 38/2010, c'è ma nessuno la applica. La Fondazione scrive una lettera aperta ai candidati per chiederne il rispetto e per puntare sulla ricerca

La legge c'è, ma non viene rispettata. Per questo, in occasione delle prossime elezioni la Fondazione Isal (Istituto di ricerca e formazione in scienze algologiche) lancia un appello ai candidati per l'applicazione della legge 38/2010 contro il dolore cronico

La Fondazione insiste soprattutto su tre punti: il primo è rendere uniformi in tutto il territorio nazionale i percorsi di diagnosi, cura e assistenza per chi soffre di dolore cronico, non "lasciando degenerare nell’indifferenza della burocrazia una norma di civiltà” come la legge 38/2010. Il secondo è investire nella ricerca scientifica per arrivare a una terapia per quelle patologie che ora non ne hanno. Terzo: semplificare l’erogazione dei farmaci in grado di alleviare la sofferenza. 
La Fondazione ha scritto una lettera aperta ai candidati nella quale difende l'importanza della legge 38/2010, promulgata il 15 marzo del 2010, e che solo il 25 luglio 2012 la conferenza Stato-Regioni ha raggiunto l’intesa per definire i requisiti minimi e le modalità organizzative per realizzare in ogni regione una rete dei centri di terapia del dolore. 

«La legge 38/2010 è una legge di civiltà, un orgoglio per l’Italia che è l’unico Paese europeo ad aver assicurato ai cittadini il diritto alla terapia del dolore, ma aspetta ancora di essere applicata - dice il professor William Raffaeli, presidente della Fondazione Isal e consulente della Commissione nazionale “Cure palliative e terapie del dolore” costituita presso il ministero della Salute -. Chi si candida a governare il Paese deve una risposta agli oltre dodici milioni di italiani che soffrono di dolore cronico. Non vogliamo che la burocrazia vanifichi quanto fatto dalla politica istituendo la legge 38/2010 e per questo chiediamo ai prossimi parlamentari di vigilare affinché la terapia del dolore diventi realtà ovunque, senza discriminazioni tra cittadini di serie A e cittadini di serie B”. Nel luglio 2014, inoltre, scatterà il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione europea: “Deve essere l’occasione per diffondere in tutta Europa il diritto a non soffrire».

La Fondazione chiede un impegno vero della politica per investire nella ricerca scientifica, a favore dei circa due milioni di italiani che non hanno ancora alcuna cura. “Il dolore cronico deve essere inserito nei bandi ministeriali e regionali di ricerca – dice Raffaeli –, in modo da dare una speranza a chi, pur vivendo ogni giorno nella sofferenza per lesioni cerebrali, amputazioni, fibromialgia, esiti di herpes zoster, traumi, fratture, nevralgia e interventi malriusciti alla schiena, non è catalogato in alcuna patologia e quindi ha negato il diritto non solo alla salute, ma anche ad esenzioni, rimborsi e programmi di assistenza”.
Un altro passo in avanti da fare è senza dubbio semplificare l’accesso ai farmaci, uniformando le modalità tra le regioni, in particolare nel consentire l'accesso ai cannabinoidi, ammessi dal ministero della Salute per il trattamento del dolore cronico centrale. 

In allegato il testo della lettera ai candidati

Documenti allegati:


Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.