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Italiani, popolo di benefattori

Data: 25/02/2013
Categoria: Altre News

Nonostante la crisi sono alte le percentuali di chi fa beneficenza. Lo conferma l'indagine annuale Ipm Marketing per il Sole 24 ore. Premiate ricerca scientifica e onlus sanitarie

Il cuore degli italiani non conosce ostacoli: nonostante la crisi economica, non smettono di fare beneficenza. Emerge questo dall'indagine annuale dell'istituto di ricerca IPR Marketing (www.iprmarketing.it) sulle donazioni di fine 2012, realizzata per Il Sole 24 Ore, che ha sondato un panel di mille cittadini residenti in Italia, disaggregati per sesso, età e area di residenza. Le cifre date in beneficenza calano, ma gli italiani non rinunciano alla solidarietà. Rispetto al 2011 il numero dei donatori è salito di due punti percentuale dal 33 al 35%, ma resta poco sopra un terzo della popolazione. Nel 2010 quando ancora lacrisi non era tanto sentita la percentuale era del 49%. I più generosi si trovano la Nord, con il 41%. Le persone più propense alle donazioni sarebbero gli over 55 con il 57%, contro il 20% di persone fra i 35 e i 54 anni e il 23% dei giovani under 35.

Rispetto all'anno precedente si registrano cinque punti in meno (dal 46 al 41%) per i donatori "piccoli", anche se al di sotto dei 50 euro si mantengono pur sempre due benefattori su tre. Per quanto riguarda le fasce medio-alte, invece, ci sono dei ambiamenti: il 22% (contro il 18% del 2011) dona tra 50 e 100 euro, mentre il 10% (4% nel 2011) si colloca tra i 100 e i 200 euro. 

Il dato sulla fedeltà ha caratterizzato molte delle risposte all'indagine: nell'85% dei casi i donatori dichiarano di avere scelto le stesse organizzazioni di un anno prima (nel Centro Italia la percentuale sale addirittura al 95%). Solo i giovani (fascia 18-34 anni) rivelano una propensione al cambiamento, con il 55% di destinazioni diverse rispetto al 2011.

Oltre la metà delle donazioni vengono fatte ad organizzazioni che si conoscono direttamente, ma anche le campagne pubblicitarie via mail, postali o attraverso i giornali mantengono una buona efficacia. Gli italiani scelgono di donare prevalentemente in ricerca scientifica, premiati da più di un donatore su tre (37%), anche se la percentuale è scesa rispetto al 2011 che si attestva al 43%. Sale, invece, dal 29 al 36%, la fiducia verso le Onlus sanitarie e assistenziali. Altro dato importante: gli italiani scelgono di auitare il proprio territorio, scendono, infatti, le donazioni per le onlus impegnate nei Paesi in via di sviluppo, in un anno percentuale scesa di 19 punti, dal 49 al 30%.

Cala il sostegno all'infanzia: le organizzazioni che si occupano dei minori vedono scendere la quota di donazioni dal 28% del 2011 al 20% di fine 2012 e l'andamento si conferma negativo anche per le adozioni a distanza. Trend negativo anche per le organizzazioni ambientali.Per le modalità di versamento torna a prevalere, dopo due anni di difficoltà, il bollettino postale.

I donatori sono molto attenti alla trasparenza: per uno su quattro (il 26%) la rendicontazione è adeguata, ma per uno su tre (il 33%) le organizzazioni dovrebbero rafforzarla. Quest'ultimo indicatore fa segnare i valori più elevati proprio nei cluster dove maggiore è la propensione al dono: al Nord per quanto riguarda le aree geografiche, tra le donne per quanto riguarda la distribuzione di genere. Segnali che non si possono ignorare, se il non profit vuole riprendere con forza la via della crescita.



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