Dislessia e videogames, uno studio
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Da una ricerca condotta a Padova sembrerebbe che i bambini che giocano ai videogiochi d'azione potrebbero migliorare la capacità di lettura. Le sperimentazioni continuano

I videogiochi potrebbero aiutare i bambini dislessici. A dirlo sono i ricercatori dell'Università di Padova che hanno condotto un'indagine assieme all’Istituto scientifico di ricerca e riabilitazione Eugenio Medea. A quanto pare: “Dodici ore passate ai videogiochi migliorano la capacità di lettura più di quanto non faccia un anno di lettura”. Ovviamente si chiede prudenza nel commentare il dato, per “non illudere le famiglie” anche perchè è solo il risultato di una sperimentazione che dee essere confermata.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology e rivela che i videogiochi d'azione migliorano la capacità di lettura nei bambini dislessici. Questo è il secondo step di un lavoro di ricerca che collega la dislessia a problemi di attenzione visiva ed è stato condotto da Andrea Facoetti dell'Università degli Studi di Padova e consulente all'Istituto Scientifico "E. Medea" insieme al team composto da Sandro Franceschini, Simone Gori, Milena Ruffino, Simona Viola e Massimo Molteni. Dai dati troverebbe conferma che i deficit di attenzione visiva sono alla base della dislessia.
«I videogiochi d'azione migliorano molti aspetti dell'attenzione visiva e favoriscono l'estrazione di informazioni dall'ambiente» - spiega Facoetti.
Le ricerche sono state condotte su due gruppi di bambini dislessici, per i quali i ricercatori hanno testato la lettura, le capacità fonologiche e di attenzione. «I bimbi sono stati valutati nelle loro capacità attentive e di lettura prima e dopo aver giocato con videogiochi di azione o non-azione per nove sedute di 80 minuti. Ebbene, i bambini che avevano utilizzato videogiochi d'azione sono stati in grado di leggere più velocemente senza perdere in accuratezza ed hanno anche mostrato progressi in altri test di attenzione. Questi sorprendenti risultati sulle abilità di lettura si sono mantenuti anche ad un successivo controllo dopo due mesi. Dover colpire un bersaglio periferico in movimento comporta un'abilità di percezione del contesto e quindi di rapida attenzione al particolare che aiuta i bambini dislessici molto di più di un allenamento alla lettura. Grazie ai videogiochi - spiegano ancora gli autori della ricerca - i bambini dislessici hanno imparato a orientare e focalizzare la loro attenzione per estrarre le informazioni rilevanti di una parola scritta in modo più efficiente, riducendo l'eccessiva interferenza laterale di cui sembrano soffrire. Per non parlare poi del problema del dropout: i trattamenti tradizionali sono spesso noiosi, molti bambini abbandonano, ma quando si divertono questo non succede».
Facoetti precisa che: «Non vi è ancora nessun trattamento scientificamente testato per la dislessia che includa questo tipo di videogiochi». Le sperimentazioni, proprio per questo, continueranno. Il team dei ricercatori padovani e del Medea ha studiato, con il dipartimento di Matematica dell'università di Padova che li ha sviluppati, dei videogiochi per tablet che verranno utilizzati a breve nelle scuole dell'infanzia di Lecco su un campione di 40 bambini a rischio di dislessia. «Si tratta di bambini con difficoltà attenzionali e fonologiche» - spiega Facoetti, nei quali si prova a intervenire prima che si manifesti il disturbo. In sintesi i piccoli saranno incoraggiati, attraverso giochi con punteggi e con feedback, a estrarre il segnale dal "rumore" sia visivo sia sonoro.«Il gioco si adatta alla prestazione, rallenta o si velocizza a seconda di chi lo sta usando, permettendo di far restare il giocatore sempre agganciato». Se funzioneranno le applicazioni, usabili su smartphone in versioni per iPhone e Android, saranno scaricabili gratuitamente.
«Questi risultati sono molto importanti per comprendere i meccanismi cerebrali che stanno alla base della dislessia - spiega ancora l'autore dello studio, Facoetti -. Tuttavia non possiamo raccomandare i videogiochi senza il controllo o la supervisione di uno specialista della riabilitazione neuropsicologica. Un trattamento non si improvvisa e funzionano solo certi tipi di videogiochi: quelli di azione che agiscono sui circuiti cerebrali legati alla percezione del movimento». I videogiochi di azione sono caratterizzati da stimoli estremamente veloci, un alto carico percettivo finalizzato ad una pianificazione motoria molto accurata, non prevedibilità temporale e spaziale degli stimoli che compaiono principalmente in visione periferica. Infine, altra cosa importante, il fatto che si agisca sulle capacità di percezione e di attenzione, piuttosto che sulle competenze linguistiche, apre la strada a prospettive per interventi precoci: «Il nostro studio dà il via a nuovi programmi terapeutici in grado di ridurre i sintomi della dislessia o di prevenirla, nel caso di bambini a rischio, già prima che questi imparino a leggere».
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