Mezzogiorno debole nel volontariato
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Secondo i dati presentati nel primo rapporto Bes, Benessere equo e sostenibile, redatto da Istat e Cnel, le reti di volontariato sarebbero più forti al nord. Al sud fiducia nel prossimo ai minimi

Anche nel volontariato ci sono differenze tra Nord e Sud. Questo secondo i dati riportati dal primo rapporto Istat-Cnel sul Benessere e quo e sostenibile in Italia, il primo rapporto che rileva lo stato di salute del Paese oltre al Pil.Il 23,5% degli italiani aderisce e partecipa ad associazioni e il 9,7% svolge attività di volontariato. La partecipazione è meno presente nel Mezzogiorno, dove i bisogni sono più gravi. Al Nord il dato è del 13,1%, mentre al Sud si ferma al 6%.
Secondo lo studio la famiglia continua essere un elemento centrale per gli italiani: ammortizzatore sociale quando serve, sostegno nei momenti di difficoltà, punto di riferimento imprescindibile. Nel 2012 il 36,8% delle persone di 14 anni e più, interpellate nella ricerca, si dichiara molto soddisfatto delle proprie relazioni familiari e un altro 54,2% è “abbastanza soddisfatto”. Tuttavia, il carico del lavoro di cura che ne deriva – soprattutto per le donne - rischia di diventare eccessivo, anche a causa della carenza di alcuni servizi sociali.
Associazionismo e famiglia a parte, solo il 20% degli italiani ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, valore in calo rispetto al 2010 (21,7%) e tra i più bassi in Europa. Quota che scende ulteriormente al 15,2% nelle regioni del Mezzogiorno.
Il rapporto Bes individua dodici indicatori "Dimensioni del benessere" tramite i quali registrare lo stato di salute del Paese. Uno di questi è dedicato alle relazioni sociali, dal quale sono stati estretti i dati e che presentiamo in allegato
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