Servizio civile, apertura agli stranieri
Categoria: Altre News
La legge italiana consente la partecipazione al Servizio civile solo ai giovani con nazionalità italiana. La Corte d'Appello di Milano mette in discussione il principio

Una sentenza che ha creato un precedente e che potrebbe cambiare il futuro dei bandi del Servizio civile, permettendo la partecipazione anche ai ragazzi che non hanno la cittadinanza italiana. Arrivata a conclusione la causa iniziata circa un anno fa da un ragazzo pakistano che era stato escluso dalla selezione dei volontari. Nelle motivazioni della sentenza della Corte d'Appello di Milano, pubblicate da qualche giorno, si legge che “Non è difesa della patria ma espressione di solidarietà”.
A darne notizia è l'Associazione studi giuridici per l'immigrazione (Asgi) e da Avvocati per niente che hanno affiancato nel percorso legale Shahzad Sayed,di origini pachistane, che voleva partecipare al bando del Servizio civile, accessibile, stando a quanto prevede la legge, solo a chi ha la cittadinanza italiana.
Il 9 gennaio 2012 il giudice del lavoro del Tribunale di Milano ha dato ragione allo studente.
“Nel merito - scrive ASGI -, i giudici di appello di Milano respingono la tesi della Presidenza del Consiglio dei Ministri che il requisito di cittadinanza italiana sarebbe necessario in quanto il Servizio Civile Nazionale avrebbe fondamento nei principi costituzionali di difesa della Patria di cui all’art. 52 Cost. Secondo invece i giudici di appello, le finalità descritte dalla legge istitutiva del SCN, una volta che tale servizio non è più qualificabile come sostitutivo del servizio militare obbligatorio, non possono essere in alcun modo collegate alla nozione di difesa della patria, quanto al principio dei doveri reciproci di solidarietà sociale di cui all’art. 2 Cost”. I giudici quindi “sottolineano che l’adempimento a tali doveri di solidarietà e di concorso al progresso materiale e spirituale della società deve accomunare tutta la comunità dei residenti, e non solo quella dei cittadini in senso stretto”. Pertanto l’esclusione dei giovani stranieri dal bando nazionale di servizio civile sarebbe “irragionevole”.
Asgi e Apn hanno sempre "auspicato una modifica dell’art. 3 del d.lgs. 77/2002 che, fugando ogni eventuale residuo dubbio, chiarisca definitivamente il diritto degli stranieri regolarmente soggiornanti a adempiere al dovere di solidarietà, mettendosi, ove lo ritengano, a disposizione della collettività per lo svolgimento del servizio civile". E in previsione del prossimo bando le due associazioni hanno già mandato "tramite un ufficiale giudiziario una diffida al ministero perché non inserisca un requisito giudicato discriminatorio".
Torna all'elenco delle notizie